I nuovi direttori

6 Dicembre 2017

Angela Maderna intervista Carlo Antonelli, Curatore del Museo Villa Croce, Genova, Lorenzo Balbi, Direttore artistico del MAMbo, Bologna, Diana Baldon, Direttrice della Fondazione Modena Arti Visive e Lorenzo Giusti Direttore della GAMeC, Bergamo.

Carlo Antonelli
Curatore del Museo Villa Croce, Genova

Ci puoi anticipare qualcosa sul tuo programma? Quali sono le mostre temporanee che vedremo?
Devo dire di no. Il programma verrà comunicato a dicembre, non prima. Posso solo dire che ruoterà esclusivamente intorno all’attenzione per Genova e il luogo in cui la Villa è situata. Le mostre temporanee che stiamo concependo con Anna Daneri parleranno di questo.

È previsto anche un lavoro specifico sulle collezioni? Di che tipo?
Il parco nel quale la Villa è immerso è popolato da alcuni specifici tipi di visitatori: la collezione verrà adattata ad alcuni di questi.

Cosa manterrai e cosa invece cambierai rispetto alle gestioni  precedenti?
La gestione precedente emetteva segnali dalla Villa per parlare quasi esclusivamente al mondo esterno. Noi partiremo dal mondo per atterrare in ogni caso a Genova fin dentro la Villa.

Hai previsto anche un lavoro specifico che miri a instaurare un rapporto con la città?
Quello sopra raccontato, e altri servizi ancora in costruzione.

Lorenzo Balbi

Direttore artistico del MAMbo, Bologna

Ci puoi anticipare qualcosa sul tuo programma? Quali sono le mostre temporanee che vedremo?
Il programma espositivo per il 2017 è stato varato prima del mio arrivo, con la mostra “REVOLUTIJA”, dedicata alle Avanguardie Russe, che aprirà il 12 dicembre, realizzata in collaborazione con il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo. Questo calendario mi ha dato il tempo di insediarmi, di confrontarmi con il nuovo contesto e di lavorare insieme allo staff ad una proposta di programma coerente con la storia e le ambizioni del museo.Nel 2018 coinvolgeremo tutte le sedi dell’Area Arte moderna e contemporanea: oltre il MAMbo, Villa delle Rose, la Residenza per artisti Sandra Natali, il Museo Morandi, Casa Morandi e il Museo per la Memoria di Ustica. Il progetto sarà reso pubblico con un evento di presentazione durante la prossima Arte Fiera a inizio febbraio. Posso anticiparvi che la mia prima grande mostra al MAMbo aprirà a giugno, ma un primo “assaggio” della nuova direzione ci sarà già a gennaio quando inaugureremo “It’s OK to change your mind. Arte contemporanea russa dalla Collezione Gazprombank” a Villa delle Rose. Si tratta di una rassegna di artisti contemporanei russi, curata da me e da Suad Garayeva, direttrice dello Yarat Contemporary Art Space di Baku in Azerbaijan, che oggi, con i loro diversi linguaggi, riflettono sull’eredità dell’avanguardia.

È previsto anche un lavoro specifico sulle collezioni? Di che tipo?
Il tema centrale del nostro lavoro sulle collezioni è il riallestimento del Museo Morandi. Un progetto importante e fortemente voluto che si pone l’obiettivo di valorizzare il nucleo di opere del grande artista bolognese, di darne nuove letture e di porle in dialogo con il contemporaneo. L’operazione coinvolgerà tutti gli spazi dedicati alle collezioni, dando l’avvio ad un processo di completo ripensamento ed attualizzazione dell’identità e del percorso espositivo anche per quanto riguarda la collezione permanente del MAMbo, per la quale stiamo pensando ad una formula diversa basata su display temporanei che promuovano la conoscenza e la varietà del patrimonio del museo.

Cosa manterrai e cosa invece cambierai rispetto alle gestioni precedenti?
Il carattere comune delle proposte espositive in programma è quello della ricerca sulle nuove generazioni (anche in Italia), sui media sperimentali e su artisti mai presentati prima, nell’ottica di sviluppare il posizionamento del museo nella mappa internazionale delle istituzioni di arte contemporanea più attive e con un occhio di riguardo alla produzione di nuove opere, anche per un accrescimento della collezione. Queste linee stanno a metà tra la novità e il recupero di quelle direzioni che hanno fatto grande questa istituzione nella sua storia.

Hai previsto anche un lavoro specifico che miri a instaurare un rapporto con la città?
L’Istituzione Bologna Musei è il sistema museale del Comune di Bologna le cui proposte vengono concepite anche in un’ottica di progettualità della città per la città.
Per quanto riguarda in particolare l’Area Arte Moderna e Contemporanea, stiamo sviluppando diverse idee in questa direzione, a cominciare dall’edizione 2018 di ART CITY, durante Arte Fiera, per la quale proporremo un progetto speciale. Dedicheremo poi lo spazio della Project Room del MAMbo, nell’area della collezione permanente, all’indagine della scena artistica del territorio. Stiamo inoltre lavorando al lancio di un’iniziativa di arte pubblica che vedrà coinvolti direttamente i cittadini di Bologna.

Diana Baldon
Direttrice della Fondazione Modena Arti Visive

Ci puoi anticipare qualcosa sul tuo programma? Quali sono le mostre temporanee che vedremo?
Mi sono insediata da poco più di un mese ed è presto per anticipare un programma espositivo in quanto questo deve integrare le anime di tre istituzioni culturali molto diverse tra loro. La nuova Fondazione Moderna Arti Visive è un’istituzione d’arte e cultura visiva contemporanea nata dalla volontà da parte del Comune di Modena e della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena di unire le eredità e le anime della Galleria Civica di Modena, della Fondazione Fotografia Modena e del Museo della Figurina. Per questi motivi tra le sue proposte vi sarà un programma ampio e diversificato indirizzato a diversi tipi di pubblico, che privilegerà forme di contatto e collegamento tra molti dipartimenti diversi (dalle mostre temporanee e permanenti delle collezioni ai corsi d’alta formazione didattica, dai public program ai laboratori pedagogici, dalle residenze d’artista a pubblicazioni e ricerche teoriche), nonché modalità di attivazione e di contaminazione tra contesti e discipline diversi.

È previsto anche un lavoro specifico sulle collezioni? Di che tipo?
La Fondazione Moderna Arti Visive nasce con l’intento di diffondere la conoscenza dell’arte contemporanea in tutte le sue espressioni e di valorizzare un’importante parte del patrimonio collezionistico che Modena nel corso degli anni si è data in dote, grazie all’impegno di istituzioni pubbliche e al mecenatismo di soggetti privati che in questo lasso di tempo hanno condotto un’azione d’alto profilo per l’arricchimento culturale del territorio. Le collezioni di FMAV, che comprendono la collezione di fotografia contemporanea internazionale della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, così come le Raccolte del Disegno e della Fotografia conservate alla Galleria Civica di Modena, danno conto a importanti ricerche artistiche condotte a livello internazionale negli ultimi decenni e, grazie ai fondi storici, seguono l’evoluzione di questi campi come strumenti capaci di riflettere sviluppi sociali, culturali, economici e politici delle società che li hanno creati.

Cosa manterrai e cosa invece cambierai rispetto alle gestioni precedenti?
FMAV intende promuovere le più innovative pratiche internazionali di arte e cultura visiva del Ventunesimo secolo. Le sue proposte culturali sperimenteranno nuove pratiche e modalità di fruizione, di accessibilità, di comunicazione e di collaborazione, fornendo al pubblico strumenti finalizzati alla lettura e alla comprensione dell’arte contemporanea. Inoltre l’educazione visiva sarà uno dei motori primari di tutte le attività che accompagneranno i programmi.

Hai previsto anche un lavoro specifico che miri a instaurare un rapporto con la città?
FMAV rispecchia il legame con le storie specifiche delle importanti istituzioni modenesi che raggruppa, allo scopo di rafforzarne le loro identità, nonché valorizzare e rendere fruibile i loro patrimoni collezionistici e storici. Collocandosi in un tessuto già ricco e dinamico culturalmente, la visibilità di tali collezioni si rafforzerà mediante l’inclusione di FMAV all’interno del Polo della Cultura Sant’Agostino-Estense, e nello specifico negli spazi dell’ex Ospedale Sant’Agostino, al termine di importanti lavori di restauro e riqualificazione che partiranno il prossimo anno. Il Polo della Cultura Sant’Agostino-Estense comprenderà anche l’adiacente Palazzo dei Musei, già sede dei Musei Civici e della Galleria Estense. Essendo uno dei principali soggetti del nuovo Polo della Cultura, la fondazione cercherà di svilupparne nelle sue potenzialità e profilo la promozione della città. Inoltre, FMAV intende salvaguardare e rafforzare l’eredità di Modena come centro culturale sperimentale, promuovendo pratiche innovative alla luce dei radicali cambiamenti che le arti visive hanno subito dopo l’avvento delle tecnologie digitali, che hanno rivoluzionato i metodi di produrre e fruire il l’arte contemporanea e la cultura visiva tout court.

Lorenzo Giusti
Direttore della GAMeC, Bergamo

Ci puoi anticipare qualcosa sul tuo programma? Quali sono le mostre temporanee che vedremo?
Entrerò in carica a gennaio e per il momento posso soltanto comunicare il programma ereditato per la prima parte del 2018: la mostra dedicata a Raffaello, organizzata dall’Accademia Carrara e dalla GAMeC, che includerà una sezione contemporanea a cura di Giacinto Di Pietrantonio, e il progetto “Enchanted Bodies / Fetish for Freedom” a cura di Bernardo Mosqueira, vincitore della nona edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte.

È previsto anche un lavoro specifico sulle collezioni? Di che tipo?
Attraverso la propria collezione il museo d’arte moderna e contemporanea può offrire l’esperienza di una contemporaneità dialettica. La collezione deve anche diventare un luogo di riflessione sulle politiche culturali dell’istituzione. Nella prospettiva di dotarsi di nuovi spazi per le raccolte orienteremo le politiche di acquisizione secondo obiettivi mirati.

Cosa manterrai e cosa invece cambierai rispetto alle gestioni precedenti?
Manterremo la visione di un museo capace di integrare tempi e linguaggi diversi nell’azione quotidiana, dalle mostre alla mediazione. Sistematizzeremo il lavoro nel campo digitale, integrandolo nel momento ideativo e generativo dei diversi progetti. La contemporaneità sarà la nostra prospettiva, anche quando ci occuperemo di avanguardie storiche.

Hai previsto anche un lavoro specifico che miri a instaurare un rapporto con la città?
Affiancheremo al lavoro con scuole e studenti portato avanti dai Servizi Educativi – da sempre uno dei punti di forza della GAMeC – una serie di attività mirate per adulti, enti e associazioni, in collaborazione con le istituzioni del territorio.

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