Esiste un testo, datato tra il 1572 e il 1574, in cui il letterato Ludovico Agostini descrive una giornata di agosto trascorsa alla Villa lmperiale di Pesaro alla corte dei duchi Della Rovere. Nel corso del pomeriggio e della sera, le ore trascorrono tra passeggiate, conversazioni, musica e poesia. Oltre a fornire una fonte originale sulla raffinata vita di corte rinascimentale, lo scrittore descrive gli spazi della villa in modo lucido e immersivo, con uno stile che potrebbe ricordare una ripresa cinematografica soggettiva che sale lentamente, raggiungendo a tratti una prospettiva aerea: dal percorso di accesso al complesso della villa, al palazzo con la grotta, i giochi d’acqua, i giardini, fino al bosco e alle viste che si aprono verso il mare Adriatico e verso gli Appennini; un reportage di un insider che si aggira e fruisce liberamente degli spazi.
Il progetto Against Sun and Dust, a cura di Cornelia Mattiacci e Alessandra Castelbarco Albani, intende riattivare questo tour agostiniano, sovrapponendo virtualmente le stratificazioni della memoria storica della villa alle percezioni contemporanee dei visitatori.
Il titolo è una libera declinazione dell’incipit dell’iscrizione collocata sulla parete del cortile dell’ala roveresca, costruita dall’artista e scenografo Girolamo Genga nel ‘500 – che svela il programma di una villa-fortezza eretta e dedicata dalla duchessa Leonora Gonzaga al duca Francesco Maria Della Rovere come teatro estivo di otia en plein air, in compensazione della guerra, delle notti insonni, del sole e della polvere; “pro sole, pro pulvere,” appunto. Artisti e autori sono stati invitati a concepire nuovi lavori all’interno degli spazi interni e esterni, molti dei quali accessibili al pubblico per la prima volta, permettendo di esplorare, attraverso la loro prospettiva, le zone meno note di questo enigmatico e moderno complesso, e innescando riflessioni che aprono ai molteplici linguaggi contemporanei: dalle arti visive alla letteratura, dall’architettura al design.
Lungo il percorso di accesso e negli spazi interni, vengono presentati i nuovi lavori degli artisti Alessandro Di Pietro e Niccolò Gravina, un progetto inedito dello studio di architettura e urbanistica Armature Globale, e l’installazione- libreria del progetto editoriale Licit/Illicit Bookshop (quest’ultima visitabile su appuntamento).
La comunicazione del progetto è affidata allo studio No Text Azienda in collaborazione con Edoardo Totaro, il cui contributo – fruibile via Instagram @against_sun_and_dust – costituisce un intervento che in tutte le sue declinazioni rafforza le potenzialità espressive virtuali che sono insite nel percorso.
Against Sun and Dust intende svelare la fitta stratigrafia spaziale e temporale della villa, intersecando le epoche che risultano meno note rispetto alla consolidata identità rinascimentale del complesso. Eretta nel ‘400 sotto gli Sforza, e ampliata nel ‘500 sotto i Della Rovere, Villa Imperiale divenne proprietà dei Medici nel ‘600 e successivamente della famiglia Albani, che ne curò i restauri nell‘800. Nel fitto bosco circostante, sono emerse recentemente tracce del bombardamento subito durante la Seconda Guerra Mondiale, mentre un intervento del 2017 ha dato forma a un pensatoio da cui è possibile avvistare animali selvatici. Un complesso architettonico concepito per apparenti contraddizioni progettuali da un architetto scenografo che mirava a destabilizzare il suo pubblico. Villa Imperiale fu la prima e l’ultima costruzione del Genga, mai ultimata a causa della morte improvvisa di Francesco Maria della Rovere e quindi mai completamente esperita così come nelle originarie intenzioni dei duchi.
La mostra si arricchisce dei contributi testuali di Pippo Ciorra, Senior Curator MAXXI Architettura, Roma, e Attilia Fattori Franchini, scrittrice e curatrice indipendente di base a Londra e Vienna.
In questo contesto, la partecipazione degli artisti e autori attraverso una selezione di lavori e performance site- specific diventa più che mai cruciale e significativa, attraversando i nuovi enigmi e le aperte potenzialità che i linguaggi contemporanei permettono di innescare.