La sensualità trasgressiva indotta dall’atto del mascheramento e l’aspetto carnevalesco, così come anche la mescolanza di aspetti storici e contemporanei, sono presentati in due progetti per la mostra “The Disorderly” di Sonia Boyce presso APALAZZOGALLERY.
Crop Over (2007), un’installazione video a due schermi con Shaggy Bear Wallpaper (2021), è in mostra insieme a una ri-edizione di una delle performances di Six Acts (2018) intitolata Ain’t Misbehavin’ (2022), installazione video a due schermi e carta da parati.
Crop Over (2007) analizza il rapporto tra la famiglia Lascelles, proprietaria di Harewood House, una casa signorile di Leeds, in Inghilterra, e la schiavitù nelle Barbados, Caraibi. Dal punto di vista delle Barbados, l’eredità della schiavitù attraverso la vita nelle piantagioni di zucchero può essere vista in personaggi folkloristici di lunga data come Shaggy Bear, Mother Sally, l’Uomo-Asino e il Trampoliere. Durante lo svolgimento dei filmati, gli storici della cultura commentano questi personaggi che appaiono durante il festival del raccolto di Barbadian Crop Over, dando una breve panoramica sulla storia e sul significato contemporaneo del Crop Over.
Il ritmo tranquillo delle scene pastorali e dei grandiosi manieri dei film cambia quando si giunge al culmine della festa del raccolto, il Kadooment Day. Siamo così immersi nel folgorante mondo delle bande Mas e dei sensazionali festaioli di strada.
“The Disorderly” riesamina Six Acts (2018), un progetto che ha attirato l’attenzione di tutto il mondo per la rimozione del dipinto preraffaellita Hylas and the Nymphs (1896) di John William Waterhouse conservato alla Manchester Art Gallery. Boyce ha rielaborato la documentazione della performance per riproporre il senso di fantasticheria e copiosità che caratterizza le altre esibizioni di quella sera, che hanno visto protagonisti Lasana Shabazz e il collettivo drag Family Gorgeous (Cheddar Gorgeous, Anna Phylactic, Venus Vienna e Liquorice Black).
Lasana Shabazz apre il film Ain’t Misbehavin’ (2022) davanti a un ritratto dipinto di un uomo di colore, la prima opera d’arte entrata nella collezione della Manchester Art Gallery nel XIX secolo. Il dipinto di James Northcote Othello, The Moor of Venice (1826) era originariamente intitolato The Moor, semplicemente Il Nero. L’anonimato insito nel titolo fu cambiato dopo che i curatori del museo scoprirono che si trattava di un ritratto del celebre attore shakespeariano del XIX secolo Ira Aldridge, che ebbe una prolifica carriera prima negli Stati Uniti, dove era nato, e poi nel Regno Unito. Shabazz appare in drag, una modalità performativa spesso associata al teatro shakespeariano, quando alle donne era vietato apparire pubblicamente sul palcoscenico e gli uomini interpretavano invece ruoli femminili.
Aldridge,come performer, era anche noto per apparire come menestrello dal volto nero — una caricatura razzista degli afroamericani tipicamente interpretata da attori bianchi — e si esibiva anche con volto bianco quando interpretava personaggi bianchi sul palco. Shabazz si immerge in queste complesse e contraddittorie formazioni identitarie mentre interagisce con il pubblico invitato, costretto a rispondere alle sue scomode richieste.
In entrambi i progetti, la trasgressione prolifera. Esse smascherano e resistono alle dicotomie, liberando invece vincoli e condizioni storiche, che si tratti di certezze immaginarie di razza, genere o sessualità, e si incrociano tra il quotidiano e lo straordinario.