Dalle Isole Canarie il Telescopio Galileo osserva il cielo e, in tempo reale, trasferisce immagini di nebulose e galassie all’Istituto Nazionale di Astrofisica di Padova. Dopo una lunga fase di studio, Meris Angioletti riesce a ottenere la diffusione on line di questo materiale visivo con il quale sono soliti confrontarsi solo gli astronomi (Nightshifts, 2005, progetto per Internet). Le immagini del cielo, rese accessibili al grande pubblico ancora allo status di tracce grezze e lontane dalla versione patinata da rivista a cui siamo abituati, svelano il loro potenziale fantastico.
Attraverso continue variazioni di scala e con la stessa attitudine di chi compie un esperimento scientifico, l’artista collabora con tecnici specializzati per costruire un apparato, sia esso video, fotografia o installazione sonora, che mantiene un approccio derivato dal documentario. Nel suo lavoro, la scienza e le discipline parascientifiche diventano punto di partenza per narrazioni possibili, nel tentativo non tanto di chiarire o spiegare fenomeni, ma di dilatarne la capacità evocativa e immaginifica.
Meris Angioletti raccoglie dati, informazioni, storie. Osserva l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, nel tentativo di concentrare lo sguardo sulle trasformazioni visibili e non dello spazio circostante.
Uomini dall’incedere impacciato diventano narratori d’eccezione nei suoi lavori. Osservatori privilegiati di un mondo dove sembrano essere capitati un po’ per caso rappresentano un escamotage per adottare sempre punti di vista traslati e amplificati da particolari caratteristiche, quali disturbi mentali o sensorialità sviluppate. Così un paziente dell’Istituto psichiatrico van Gogh di Venray, evocando colori e immagini di luoghi, racconta il suo incedere senza sosta e senza logica apparente, al di fuori delle suggestioni visive dettate dal paesaggio (Travel Tales, 2006, progetto sonoro per la radio). Un rabdomante, a metà tra lo scienziato e lo sciamano, percorre la campagna toscana in stato di trance, nel tentativo di individuare falde acquifere sotterranee (TwilightZone-II rabdomante, 2006, video). Il cibernetico Valentino Braitenberg riflette sulle funzioni del cervello, quali pensiero e linguaggio, mentre la videocamera scruta lo spazio fuori e dentro la Torre di Tubinga, dove il poeta Hölderlin ha vissuto oltre trent’anni della sua vita (Aussicht, 2006, video).
Anche nel suo ultimo lavoro sono collaboratori d’eccezione a suggerire una percezione al limite dello spazio: i marinai del Circolo di Porto Cesareo raccontano storie di disorientamento durante una tempesta, quando la comunicazione in mare è disturbata e ogni segnale luminoso proveniente dalla terra ferma assume una forza espressiva straordinaria. Da qui nasce 40°15’05.76” N 17°53’42.47”E: al largo della costa, una barca trasmette le proprie coordinate geografiche attraverso input luminosi scanditi secondo il codice Morse.