Il concept della Biennale di Bucarest 5 (dal 25 maggio al 22 luglio) “Tactics for the Here and Now” presenta artisti “il cui intervento non si manifesta in dichiarazioni aperte”, ma piuttosto in strategie indirette. Come hai selezionato questi artisti?
Anne Barlow: Ho seguito il lavoro di molti artisti per un certo periodo, ero incuriosita dalle metodologie non-lineari, investigative, ironiche e sovversive che utilizzavano. La Biennale di quest’anno presenta una combinazione di lavori inediti e altri esistenti, che sono in dialogo con l’idea generale, ma in maniera eterogenea.
Ci sono stati dei cambiamenti nell’organizzazione?
AB: La Biennale di Bucarest è fortemente protesa verso il miglioramento delle infrastrutture per la ricezione del pubblico dell’arte, e infatti ogni edizione cerca un impatto maggiore rispetto alla precedente. Nel complesso Bucarest è un contesto stimolante per una biennale, grazie al fatto che il suo ambiente artistico è in fase di evoluzione, nonostante la città e il governo non supportino affatto la scena artistica contemporanea. Realizzare una biennale in questo contesto richiede un’energia immensa, creatività e un forte spirito di iniziativa.
Come viene finanziata la Biennale?
AB: La maggior parte del budget viene dal nostro sponsor, UniCredit Romanian, e dall’Istituto di Cultura Rumena. Ci sono poi altri finanziamenti che supportano progetti specifici.
Ritieni che il contesto economico e politico del paese influisca sulla Biennale?
AB: In un certo senso, Bucarest è molto affascinante proprio per la sua forte relazione tra passato e futuro, tra l’eredità architettonica e le nuove opportunità economiche. Ogni area della Romania è diversa per infrastrutture e comunità e nella città di Bucarest è incredibile lavorare in una location come Casa Presei Libere, che ha un’identità storica e politica molto profonda, così come è interessante lavorare in spazi nuovi quali Alert Studio o Make a Point.