Se ne parla da cinquant’anni, ma tra intenzioni ed estenuanti attese non è mai decollato. Dopo un’infinità di dibattiti e prove è nato il Polo delle arti contemporanee della città di Bari, la cui direzione è stata appena affidata al curatore Massimo Torrigiani, barese classe 1966 di stanza a Milano, dove coordina il comitato scientifico del PAC di via Palestro, già curatore di SH Contemporary di Shangai dal 2010 al 2012. Sarà lui, sin dal prossimo giugno, a guidare per tre anni la programmazione della Sala Murat. Torrigiani sin dallo scorso anno è riapprodato part-time in Puglia come direttore di Capo d’arte, progetto che ogni anno invade con mostre e performance il centro storico di Gagliano del Capo, borgo a pochi chilometri da Leuca che si prepara ad ospitare Soundwalk Collective in un palazzo settecentesco abbandonato e invaso da cartelle cliniche del vecchio ospedale del paese. “Ho appena ricevuto l’incarico ed è presto per parlare di programma”, dichiara Torrigiani, aggiungendo che “la Sala Murat ha l’ambizione di diventare un osservatorio sulle tendenze dell’arte contemporanea internazionale per baresi e stranieri di passaggio, e il laboratorio per metter a fuoco e preparare il progetto che guiderà la programmazione del Teatro Margherita e dell’ex Mercato del pesce, una volta pronti”. Il polo sarà infatti costituito dalle tre adiacenti sedi, per la cui gestione a breve il Comune di Bari provvederà alla pubblicazione di un bando. Tra le certezze in ballo c’è l’assenza di una collezione, non ci sono d’altronde i denari per acquisirla e mantenerla. Si potrebbe però avviare immediatamente questo nuovo percorso restaurando il wall drawing di Sol Lewitt in Sala Murat, a dir poco maltrattato anche in tempi recenti, così come la scultura di Jannis Kounellis nell’attigua piazza Ferrarese, oggi simbolo di una città certamente un po’ distratta.
Lorenzo Madaro