Flavio Favelli BoCs Art, Cosenza

14 Ottobre 2015

Giovanni Viceconte: Sei stato invitato da Alberto Dambruoso alla residenza BoCs Art, organizzata dal Comune e dalla Provincia di Cosenza. Raccontaci questa esperienza.

 Flavio Favelli: Da qualche anno realizzo wall paintings e ho colto l’occasione per farne uno a Cosenza. Avevo in mente un murale sull’Itavia, ma improvvisamente è morto Luigi Marulla, il calciatore simbolo della città. La sera stessa ho subito pensato ad un’immagine che ricordasse quello che per me significa l’assenza.

GV: Il tuo murale dedicato alla memoria di Gigi Marulla, ha deluso le aspettative degli ultras del Calciatore; invece di pensare uno spazio per l’intelletto e per la riflessione, perché non hai considerato di essere più accomodante con le richieste dei tifosi, i quali, si aspettavano un’immagine popolare e riconoscibile?

FF: Beh, detta così, intelletto e riflessione non mi sembrano male, diciamo che è una prerogativa degli umani. Anche se non credo che il punto della mia opera sia questo. E’ l’immagine che conta e quando la trovo mi dà qualcosa che non posso spiegare. Ho avuto questa idea e quindi dovevo dare il mio punto di vista. Quest’opera, come lo sono molte, è una scusa per dire altre cose: il calcio, la figurina, la pubblicità, sono solo flash, ma finito il bagliore c’è altro. Si conosce e si vede solo la storia che si ha vissuto che è quella propria. Ma forse la vita dell’artista incarna anche quella della collettività o almeno così dovrebbe essere.

 

GV: Dopo l’inaugurazione hai permesso agli ultras di aggiungere sul tuo lavoro il nome di “Gigi Marulla” e in seguito è stato chiamato a Cosenza lo street-artist Lucamaleonte per realizzare accanto alla tua opera un’immagine più “appropriata” del calciatore. Per te, quali sono gli obiettivi, le relazioni e le differenze tra l’artista, il pubblico e le istituzioni?

FF: È stata una situazione talmente assurda e surreale che ho pensato che dovevo viverla fino in fondo. Quando mai la gente contesta e impone di cambiare un’opera? Una situazione a tinte esotiche con una sfumatura arcaica-commerciale-popolare, un vero abisso pop. Quando si è sparsa la notizia che un artista avrebbe dedicato un murale a Luigi Marulla, tutti erano entusiasti, mi hanno perfino regalato la maglietta del gruppo ultras. Quello che è rimasto ora è una testimonianza senza criterio, reattiva, da contesto di subcultura. La mia opera corretta con appiccicata una pittura folkloristica, come chiamare la copia del poster che i tifosi hanno fatto in onore del calciatore? Il graffitaro ha dipinto l’immagine simbolo dei tifosi, in modo letterale, puramente illustrativo. Di fianco c’è il cartello stradale della Salerno-Reggio Calabria che dà un accento grottesco a tutto ciò. Ma forse è proprio quello che cerco al Sud.

 

GV: Rifaresti questa residenza?

FF: Certo, il Meridione e la Calabria sono luoghi esotici, con persone esotiche, cibi esotici e visione esotiche e l’esotismo è da sempre un grande tema dell’arte.

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