Giorgio amava la semplicità, come tutte le persone che hanno ben chiaro quello che vogliono fare. Come tutte le persone che hanno capito che dall’incontro con gli altri possono nascere cose interessanti. Lo sentivi al telefono e poi lo andavi a trovare nella sua casa-studio. Ricordo l’emozione nello sfogliare i libri di Munari, nel parlare di Arte Povera o di Architettura Radicale, nello scovare tra gli scaffali alcune perle della nostra cultura. Giorgio era onnivoro, curioso, come tutte le persone che hanno visto e vissuto per davvero e non si stancano mai. La sua era un’esperienza diretta, un’osservazione fatta sul campo, un’intuizione. Con grande energia propositiva ha infatti trasformato una passione in professione. E così, grazie al suo lavoro, il libro d’artista è oggi percepito anche in Italia come espressione autonoma e non come semplice documento. Innescando una visione dell’arte in cui il libro, il disco, ma anche la locandina o l’invito sono parti di un unico grande discorso – frammenti imperdibili di un’esperienza tra arte e vita. Giorgio aveva in mente questo progetto, e lo ha messo in atto con metodo e con gioia. Affrontando temi inediti, approfondendoli scientificamente, realizzando numerosi cataloghi, presentando mostre, e compiendo un’effettiva valorizzazione. Ha dunque raccontato la magia di un mondo tutto da scoprire, ma ha anche messo a disposizione strumenti di lettura a dir poco preziosi. Dobbiamo quindi fare tesoro di questo suo amore per la semplicità, per la vita. E proseguire.
by Elena Re