Il 2016 e il mercato

14 Febbraio 2017

Il mercato dell’arte nel 2016 ha mostrato dinamiche di incertezza e di netta inversione rispetto ai risultati degli anni precedenti, in linea con un contesto economico ancora fragile e rallentato nei suoi principali indicatori di crescita. In base ai primi risultati del Report Annuale sugli Investimenti in Arte e in Beni da Collezione [1], la pittura si conferma il segmento principale del mercato dell’arte, come già avvenuto nel 2015, generando l’82% del fatturato totale d’asta (76,4% nel 2015). Proseguendo il trend emerso nel 2015 si è imposta l’arte di inizio secolo o del primo dopoguerra rispetto al comparto del contemporaneo che aveva visto dominare negli anni precedenti.

Il rallentamento del mercato a livello internazionale è evidente nella classifica dei top lot – spiega Pietro Ripa, co-autore della pubblicazione e Group Manager di Fideuram. Mentre il 2015 può essere definito l’anno dei record – Les Femmes d’Alger (1955) di Picasso ha superato i 179 milioni da Christie’s a New York, aggiudicandosi il record assoluto di prezzo di martello per un’opera d’arte; Nu couché (1917) di Amedeo Modigliani è stato venduto per oltre 170 milioni di dollari; L’homme au doigt (Pointing Man) (1947) di Alberto Giacometti a 141 milioni di dollari, divenendo la scultura più pagata della storia delle aste; Nurse (1964) di Roy Lichtenstein a 95,4 milioni di dollari; Composizione No.10 (1958) di Mark Rothko a 81,9 milioni di dollari – il 2016 è stato l’anno dell’inversione di marcia, con un mercato più cauto e molto meno liquido: Meule (1891) di Claude Monet è stato battuto da Christie’s a oltre 81 milioni di dollari; Untitled XXV (1977) di Willem de Kooning a 66,3 milioni di dollari; Femme Assise (1901) di Pablo Picasso a 63,6 milioni di dollari; Lot and his Daughters (1613–14) di Peter Paul Rubens a 59 milioni di dollari; un diamante blu a 58 milioni di dollari.

La piazza di New York si conferma leader del mercato globale della pittura con un fatturato di oltre 2,54 miliardi di dollari, che tuttavia risulta essere in forte calo rispetto al 2015 (-57% dai 5,8 miliardi di dollari del 2015). L’allestimento di cataloghi selezionati e la proposta di opere di eccezionale qualità, consentono comunque a New York di rappresentare da sola il 55,52% della quota di fatturato globale dell’intero settore. Le aste londinesi, le quali primeggiano per numero rispetto al mercato americano, realizzano un fatturato annuo di circa 1,5 miliardi di dollari e un tasso di unsold più elevato rispetto alla media globale, pari al 21%.

Nonostante la flessione del mercato internazionale, per l’Italia è possibile parlare di stabilità. Anche se i dipartimenti italiani di Christie’s e Sotheby’s hanno registrato un calo nel fatturato (di 4,9 milioni di euro per Christie’s e di 9 per Sotheby’s), altre case d’asta nazionali hanno ottenuto incrementi. Da segnalare Pandolfini, con un aumento di entrate pari a un milione di euro (da 25,2 milioni del 2015 ai 26,2 del 2016), e Il Ponte, che passa dai 20,4 milioni del 2015 ai 24,1 del 2016. Anche Wannenes registra una forte crescita: da 14,2 milioni di € totalizzati nel 2015 ai 19,2 milioni del 2016.

In continua ascesa il mercato delle aste online, non tanto in termini assoluti, quanto per il numero di nuovi acquirenti coinvolti. Sotheby’s ha registrato 155 milioni di dollari di fatturato per le vendite online del 2016, con una crescita del 20% sul 2015, con circa la metà dei bidders come nuovi acquirenti. Anche Christie’s ha avuto una forte crescita nelle vendite online durante il 2016, in particolar modo durante il primo semestre, in cui sono stati raggiunti i 28 milioni di dollari, con una crescita del 96% rispetto allo stesso periodo del 2015. Nel prossimo futuro è lecito attendersi un rapido consolidamento del mercato delle aste online, un ulteriore sviluppo del concetto di investimento in arte come nuova forma di diversificazione finanziaria e una sempre maggiore radicalizzazione delle nuove proposte dei paesi emergenti. Se l’attenzione per l’arte contemporanea cinese continua a crescere, il neo-interesse per gli investitori è in arte contemporanea africana: all’Armony Show l’arte africana ha riscosso forte successo, con gallerie in soldout già durante l’inaugurazione. Analogo fenomeno per Frieze di Londra prevalentemente focalizzata sull’arte africana, su cui molti collezionisti internazionali stanno puntando i riflettori. A incrementare l’attenzione mediatica è l’apertura – programmata per il 23 settembre 2017 – dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (Zeitz MOCAA) a Cape Town, la più grande struttura del Continente dedicata all’arte contemporanea. Non sorprende dunque che Sotheby’s abbia creato un nuovo dipartimento di arte africana e terrà la sua prima asta a maggio 2017.

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