La rivista South as a State of Mind nasce nel 2012 come pubblicazione semestrale per mano della curatrice Marina Fokidis, direttore e fondatore di Kunsthalle Athena. Dopo l’uscita di cinque numeri tra il 2012 e il 2014, South diviene il magazine ufficiale di documenta 14, andando a definire e a inquadrare gli obiettivi e le problematiche legate alla rassegna prima dell’inaugurazione. Descritto dagli organizzatori come una propagazione di documenta, anziché porsi come uno strumento capace di fornire una lente discorsiva utile a scandagliare i temi dell’esposizione, South ha scelto di mantenere i propri obiettivi politici – basti pensare che la stessa Fokidis ha svolto un ruolo fondamentale nel team di documenta come consulente curatoriale.
Il titolo della rivista deriva dall’ambizione di mettere in discussione gli stereotipi del “Sud” che, come sostengono i redattori, “contaminano la cultura dominante con idee che derivano da mitologie meridionali” come il clima temperato, la corruzione e il caos generale. Piuttosto che esistere come un luogo fisico, il “Sud” è difatti “a state of Mind” [un modo d’essere]. Un’ipotesi che diventa un megafono per documenta sollevando, al contempo, l’interrogativo per cui la rassegna abbia manifestato interesse nei confronti di un “Sud”.
I contenuti di South sono variegati e affiancano scritti visionari a progetti artistici. Ad esempio, il terzo numero per documenta si concentra sulla nozione di lingua come necessità, accanto al consumo e alla fame intese come dimensioni politiche ed estetiche. Questo comprende uno straziante articolo di Neni Panourgia sulla carestia che ha attanagliato la Grecia durante e dopo la Seconda guerra mondiale, intervallata da illustrazioni contemporanee, e concluso con una descrizione della povertà greca contemporanea; la serie di foto di Ross Birrell che raffigura l’artista lanciare testi filosofici in grandi bacini d’acqua, impersonificando un “Angelo della Post-Storia”; così come un’affascinante colloquio con il compositore e artista guatemaltegno Joaquín Orellana, per la presentazione della sua Sinfonía desde el Tercer Mundo (Sinfonia del Terzo Mondo), un’opera che riflette le atrocità commesse in Guatemala dalla controinsorgenza nei confronti degli indigeni e delle razze miste.
Come enuncia documenta, South e altre pubblicazioni rappresenteranno una documentazione sempre più corposa delle discussioni intavolate dai partecipanti alla rassegna. Lo scopo è quello di ispirare un ulteriore dialogo, cosicché il discorso inizi a consolidarsi.