Waiting for the Sun SpazioA / Pistoia

12 Luglio 2017

“Can you feel it, / now that spring has come? / That it’s time to live / in the scattered sun. / Waiting for the sun” cantavano i Doors nel 1968. “Waiting for the Sun” è anche il titolo della mostra curata da Martha Kirszenbaum allo SpazioA di Pistoia. Il nesso con la melanconica canzone dei Doors non è esplicitato nel comunicato stampa e rimane ai margini della mostra come una personale suggestione mossa dalla calda luce californiana e da Los Angeles, città d’adozione della curatrice, percepita attraverso i filtri dei suoi stereotipi. Il legante che unisce i lavori degli artisti sembrerebbe poggiare sul dialogo tra individuo e finzione cinematografica; ma, a un primo confronto con le opere esposte nella prima sala, l’effetto o le aspettative di cui si legge sul comunicato in termini di “distorsione della percezione” o “manipolazione di fatti e fantasia” non sono percepibili in termini di omogeneità (vedi la serie Untitled [2016]) di opere su carta di Reza Shafahi o l’installazione di Dora Budor Year Without a Summer [2017]), in grado di costruire un apparato parallelo o un’appendice della mostra).
Le relazioni fra i lavori si fondano piuttosto su un uso della rappresentazione destrutturata tramite il ricorso al mezzo cinematografico. Le due grandi tele di Matthew Lutz-Kinoy riflettono da un punto di vista formale e concettuale questa volontà: prendono a soggetto una fotografia di Zoe Leonard di un interno domestico, mostrandone, con una serialità e una resa pop, prima il positivo e poi il negativo.
L’affinità con lo statement curatoriale si protrae nella sala adiacente, dove i video Lick In The Past (2016) e We Will Go Far (2015) di Laure Prouvost sono presentati in associazione fluida con Film (SpazioA) (2017) di Margaret Honda. La luce canicolare che l’opera di Honda infonde nella sala – Honda sovrappone alle finestre sessantasei fotogrammi che si ripetono progressivamente, usando tipici gel da illuminazione cinematografica – si fonde con le immagini dei video di Prouvost, cortocircuiti tra visioni oniriche e bisogni carnali di adolescenti losangelini.

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