Nico Vascellari è artista visivo, performer, musicista. Non teme le contaminazioni tra le espressioni e i generi. Libero da un percorso accademico ordinario, ha fatto dell’azione la sua cifra stilistica, proseguendo con coerenza ciò che sperimentava già nei suoi concerti live (dei With Love prima e dei Ninos du Brasil poi). Le sue opere, che siano scultura o istallazione, mostrano un carattere processuale evidente, sedimentazioni stratificate di azioni e temporalità in progress.
L’evento ospitato da Basement Roma non è, dunque, propriamente una mostra, o almeno non ne conserva la sintassi tradizionale. È piuttosto l’orchestrazione di una serie di appuntamenti, magnificamente cadenzati sulla numerologia del 7 (21 e 28 febbraio; 7, 14 e 21 marzo, tutti rigorosamente di mercoledì), in cui un pubblico ristretto (massimo trentatré persone), chiamato a prenotarsi in anticipo, affida il proprio tempo per vivere un’esperienza reale, mettendosi in gioco e rischiando. Perfetta la costruzione dell’atmosfera clandestina, sotterranea e defilata, che accoglie come in un rituale i partecipanti (qui non semplice pubblico). Il fumo, le luci soffuse luciferine, l’austera serietà del personale presente, completano la scena. Una tavola apparecchiata attende gli invitati che, una volta preso posto, vedranno consegnarsi a sorpresa delle pizze da asporto. L’utilità del cartone di imballaggio si rivela a fine pasto: una insospettabile cartella della tombola, su cui ognuno annoterà arbitrariamente i numeri cui affidare la sorte. Ecco la prima di una serie di azioni in cui agli ospiti è richiesto di giocare, di mettere mano al proprio portafoglio e alla propria buona stella, con la speranza di vincere la posta in gioco, ovvero una delle opere generate in collaborazione durante la serata. Il logo SC ricorre come un monito su diversi neon rossi (SC (CAT), SC (BISCA VASCELLARI), SC (666), SC (FICHE), SC (DRACUL) tutti 2018): le due lettere condivise dalle parole “bisca” e “vascellari” diventano pretesto di combinazioni grafico-segniche immaginifiche. Così come il lancio di tre dadi decide il prezzo del lavoro – moltiplicato per dieci, e il cui valore massimo, il 6-6-6 che dà titolo all’opera, fa invece da jackpot – che consisterà nei dadi stessi incollati al supporto e trasformati in “caso congelato”, (un probabile omaggio al Duchamp dei 3 stoppages étalon [1913]).
La relazione mistica tra numeri, azioni e caratteristiche psico-fisiche di oggetti e persone è per Vascellari costante materia di indagine. Il coinvolgimento del pubblico qui assume una valenza necessaria: ogni partecipante è dissuaso dal raccontare e registrare in qualsiasi modo l’evento. Il tempo diventa merce di scambio. L’artista, lo spettatore e lo spazio partecipano alla pari, realizzando un’opera inedita, e innescando rinnovate questioni sull’economia stessa dell’arte, spesso portata a prediligere le cifre a scapito dei protagonisti e del valore reale.