Nel 2014 a una domanda sulla pittura del recente passato, Marlene Dumas risponde: “Chi è interessato alle differenze tra dipinto e immagine deve fare i conti con Ad Reinhardt. […]”.
La mostra alla Galleria Civica di Modena e alla Palazzina dei Giardini, curata da Diana Baldon e dedicata al celebre artista americano Ad Reinhardt presenta per la prima volta in Italia non i celebri Black Paintings, realizzati negli anni Sessanta e tanto amati e osannati da autori quali Joseph Kosuth, Lawrence Weiner o Sol LeWitt, bensì i fumetti a sfondo politico e le vignette satiriche, un ambito corposo e poco conosciuto di un autore ancora oggi ricordato sia come pittore sia come critico d’arte. Le 250 opere presenti fra vignette, fumetti e produzioni editoriali, provenienti dagli archivi dell’Estate di Reinhardt a New York, dimostrano la militanza politica e marcatamente satirica di un artista/teorico che, senza alcuna fatica, potrebbe proporsi oggi nonostante il periodo di attività sia ben lontano dal nostro presente.
Reinhardt fu principalmente un docente di storia dell’arte tanto da dichiarare nel 1958 “[…] Non credo nell’originalità. Credo nella storia dell’arte”; per sostenere tale visione Reinhardt arrivò a compiere un lungo ed estenuante viaggio in Asia, Europa e Africa al fine di vedere, documentare e archiviare un personalissimo diario per immagini.
Immagini e opere che lui stesso, da artista/professore qual era, confezionava in particolari seminari per far esperire il pubblico di una nuova visione della storia dell’arte. In particolar modo sono presenti in mostra (in originale e poi riprodotti ingranditi in Wall Posters per permettere una più facile lettura della densità letteraria e visiva dell’autore) la serie dei fumetti How To Look apparsi dal 1946 ogni due settimane nell’inserto domenicale di PM e utilizzati dallo stesso Reinhardt come piattaforma “formativa/espressiva” per sostenere la diffusione e la comprensione dell’arte astratta negli Stati Uniti.