Sono molte le contraddizioni che attraversano un luogo sfaccettato e complesso come il Brasile, la cui cultura si esprime attraverso linguaggi e codici estremamente diversi tra loro. “Brasile. Il coltello nella carne” a cura di Jacopo Crivelli Visconti e Diego Sileo, riesce a rappresentare e soprattutto a trasmettere il clima conflittuale e simbolico che ne attraversa la società.
Già il titolo, preso dall’opera teatrale Navalha na Carne (1967) dello scrittore brasiliano Plínio Marcos, ha uno specifico ruolo nell’introdurre lo spettatore verso l’atmosfera della mostra, in cui trenta artisti di età diverse ci portano a riflettere su temi delicati, come quelli della conflittualità e della sopraffazione in svariati ambiti: collettivi, culturali, economici, razziali.
Accanto ai profondi riferimenti verso il contesto politico e sociale, che connotano tutti i lavori, siano essi installazioni, video, performance o fotografie, si impone in modo deciso anche il linguaggio formale, che in molti casi stupisce per l’immediatezza, per la forza e per la delicatezza che ne traspare.
Come nell’installazione Testemunho di Daniel de Paula, artista che indaga il confine tra materie naturali, tra cui le rocce, ed elementi di architettura creati dall’uomo e inevitabilmente coinvolti in interessi finanziari e di potere di vario tipo; o in Educação para Adultos (2010) di Jonathas de Andrade, che esplora, attraverso la rielaborazione di poster che venivano utilizzati negli anni Settanta per l’apprendimento, la distanza tra le diverse classi sociali; o ancora in Untitled dispossession (2018) di Maurício Ianês, che entra profondamente in contatto con il pubblico, dal quale dipende fortemente poiché per due settimane sopravvive solo grazie a ciò che gli viene donato, e con il quale instaura un rapporto privilegiato, che si basa su un linguaggio non verbale.
Tutte le opere andrebbero analizzate e raccontate perché, seppur attraverso modalità espressive molto lontane, si trovano ad essere accomunate dalla ricchezza di simboli, messaggi, ricerche e filosofia, contribuendo singolarmente a dar voce ad aspetti fondamentali della contemporaneità di un territorio estremamente eterogeneo e contrastante. La grande efficacia si trova nell’unione, nella visione lucida e in fondo anche ottimista, che tutte insieme hanno la forza di restituire allo spettatore, riuscendo a scuotere profondamente l’animo di chi osserva.