Ha inaugurato il 6 maggio 2021 presso Luxembourg + Co di Londra “Lost in Italy”, una storica mostra collettiva organizzata da Francesco Bonami, ex curatore della Biennale di Venezia. La mostra si concentra sul ruolo, unico e particolare, che l’Italia ha avuto come centro di scambio artistico internazionale durante il secondo dopoguerra, negli anni Cinquanta e Sessanta. In esposizione opere di Francis Bacon, Alberto Burri, Alexander Calder, Marcel Duchamp, Lucio Fontana, Yves Klein, Jannis Kounellis, Piero Manzoni, Pino Pascali, Robert Rauschenberg, Man Ray, Salvatore Scarpitta, Richard Serra e Cy Twombly. La mostra include anche l’ultimo lavoro di Muarizio Cattelan, artista italiano contemporaneo, che si trova sulla facciata esterna dell’edificio, visibile ai passanti.
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, l’Italia venne travolta da un’ondata di turisti mai sperimentata prima, ma anche da immigranti e residenti temporanei, provenienti soprattutto dal Nord America. Tra i tanti artisti che si stabilirono e visitarono l’Italia, Robert Rauschenberg e Cy Twombly sono quelli che più vengono identificati con i successi artisti che riscossero nel paese, che includono tra le altre cose diverse mostre in cui vennero esposte nuove serie di opere; il significativo incontro con Alberto Burri; e l’assegnazione a Rauschenberg del Premio Internazionale per la Pittura alla Biennale di Venezia del 1964, ancora oggi considerato un indicatore del cambiamento storico negli equilibri di potere tra l’Europa – vecchio centro dell’arte mondiale – e gli Stati Uniti, la nuova potenza globale nelle arti dagli anni Cinquanta in poi.
Lost in Italy si propone di ampliare la narrativa già nota di questo scambio ed esplorare una serie di importanti conquiste artistiche la cui relazione con la comunità internazionale creatasi in Italia viene spesso ignorata o ridotta a prospettive molto limitate. La prima personale di Richard Serra, ad esempio, si svolse alla Galleria La Salita di Roma nel 1966, e includeva, come il titolo stesso indicava, Animal Habitats: Live and Stuffed. La decisione radicale di Serra di esporre veri animali all’interno dello spazio espositivo non aveva precedenti nella storia dell’arte moderna e ha fortemente influenzato lo sviluppo del movimento italiano dell’Arte Povera. Ma rivelava anche l’influenza della realtà economica italiana di quel momento storico (riti e costumi urbani e rurali erano ancora profondamente intrecciati) sulla pratica che Serra stava sviluppando. La mostra indaga anche gli scambi tra Robert Rauschenberg e Alberto Burri, l’esplorazione della scrittura e degli elementi calligrafici nella produzione di Cy Twombly e Jannis Counelis, lo studio scultoreo delle forme animali nei diversi media utilizzati da Pino Pascali e Richard Serra, e lo stimolo di artisti come Alexander Calder a sperimentare diverse forme di esposizione pubblica, dalle commissioni all’aperto agli allestimenti estesi offerti dalla Biennale di Venezia.
Con il senno di poi è difficile stabilire se gli affari Italo-Americani e Italo-Europei degli anni Cinquanta e Sessanta siano stati un love story, un campo di battaglia o un gioco di parole sussurrate all’orecchio in cui è avvenuto uno scambio di idee, la cui quantità e qualità ci è sconosciuta. Per esplorare queste relazioni e comprendere meglio le loro implicazioni sul mondo e sul mercato dell’arte contemporanea, la mostra presso Luxembourg + Co è organizzata come un dialogo aperto tra coppie e gruppi di opere d’arte che raccontano storie di scambio stilistico, tecnico e ideologico tra artisti italiani, europei e americani, includendo alcune dichiarazioni del mondo dell’arte odierno.