Mazzoleni presenta la seconda personale dell’artista David Reimondo (Genova, 1973; vive e lavora a Milano), dopo il successo delle Etimografie con la mostra “Il muscolo del pensiero è il cervello”, nel 2019.
La mostra esplorerà la Cromofonetica, neologismo coniato dall’artista per descrivere la sua ricerca legata a una nuova e personale teoria del colore.
Studi neuropsichiatrici e ricerche archeologiche hanno svelato, in anni recenti, non solo che nel momento della nascita siamo in grado di associare un senso a simboli primordiali (le forme stilizzate di un volto, ad esempio: due punti e una rettadisposti in un ovale), ma che l’uomo è stato pictor, prima di sapiens: i Neanderthal usavano già colori e pittogrammi, a dimostrare che forme e colori sono alla base delle comunicazioni pre-verbali.
Il lavoro di Reimondo si incentra sull’essere umano. Se con il costante approfondimento sul corpus di opere Etimografia – altro suo neologismo– l’artista compie un complesso esercizio di de-addestramento culturale verso una tabula rasa linguistica che lo ha condotto a inventare un nuovo sistema segnico e fonetico, con la Cromofonetica “il livello di arbitrarietà del segno fa uno scatto improvviso” 1: la lingua rinasce in una nuova grammatica fonetica che, grazie all’uso di sillabe connesse al colore, esprime in modo intuitivo e primordiale questa nuova teoria dei colori e l’interazione fra gli stessi.
In nessuna lingua i colori secondari e terziari vengono denominati con un termine che porti con sé i colori primari di cui sono formati; “verde”, non è l’unione fonetica di “blu” e “giallo”, ma una parola a sé stante, in italiano come in qualsiasi altra lingua 2, mentre trova una istintiva corrispondenza tra forma e sostanza nel lavoro di David Reimondo.
Con giocosa sapienza e una resa rigorosa, precisa ed esteticamente molto curata, la mostra di Reimondo presenta il corpus della Cromofonetica: da Etimo-Cromofonetica del 2019, opera installativa di grandi dimensioni, a Onda Cromofonica (2017) e Colorful (2016), nelle quali l’immersione dei sensi dello spettatore è già totale, fino alle opere site-specific prodotte per la mostra nelle quali l’esperienza sonora, visiva e intellettiva arrivano alla massima espressione, coinvolgendo e sorprendendo i visitatori con presenze inaspettate ma sempre legate all’universo proprio del colore.
Centrali nella mostra saranno le nuove opere che si sviluppano intorno ai libri dedicati ad alcuni dei protagonisti della Storia dell’Arte più o meno recente. Ogni opera ha come soggetto un libro aperto su una determinata opera. L’artista ne analizza i colori principali e, tramite un sistema di casse inserite all’interno della teca che accoglie la pubblicazione, ne diffonde la “descrizione cromatica”. Questo sonoro possiede, per ogni opera, un carattere sempre unico e differente, che restituisce l’interpretazione dell’artista. Grazie al “linguaggio” della Cromofonetica, l’artista crea così opere totalmente nuove e immersive, offrendo un nuovo modo per fare esperienza di questi volumi e delle opere in essi riprodotte.