“Eridanus: The River Constellation (Eridano: la costellazione del fiume)” è la più vasta mostra in galleria di Melissa McGill mai presentata, che raccoglie opere realizzate dal 1998 al 2024. Il progetto espositivo mette inluce il legame tral’acqua,gli esseri viventi e il cosmo, che attraversa tutta l’opera artistica di McGill.
La mostra invita i visitatori a esplorare prospettive, mappature, narrazioni sull’acqua, costellazioni e legami tra passato, presente e futuro quali elementi della collettività, che possono divenire esperienze condivise ricche di significato e con un impatto positivo durevole. In una coinvolgente conversazione con l’acqua e i materiali organici e naturali, la mostra riflette i valori dell’artista in tema di ambiente, sostenibilità e futuro sia negli interventi di arte pubblica che nei lavori di studio.
Il titolo “Eridanus: The River Constellation (Eridano: la costellazione del fiume)” fa riferimento a una delle più estese costellazioni dell’emisfero celeste australe il cui percorso ricorda quello di un fiume. È una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, astronomo del secondo secolo, e con il suo discendere da nord a sud della volta celeste diede in seguito il suo nome latino al fiume Po. Il titolo esprime il legame tra cosmo e terra: il riferimento diretto al Po, fiume che attraversa la città di Torino, amplifica la dimensione universale del legame tra corsi d’acqua. L’intera opera dell’artista traccia queste connessioni: da Constellation (2015), il progetto su larga scala installato attorno alle rovine del castello di Bannerman sull’isola Pollepel nel fiume Hudson (New York), fino al celebrato progetto di arte pubblica indipendente Red Regatta 1 a Venezia.
In seguito a Red Regatta, McGill, allarmata dal precario stato in cui versano i nostri fiumi, ha navigato le acque della laguna di Venezia fino alla loro sorgente. Il Po, il più lungo fiume d’Italia, è una forza vitale antica e tenace che sfocia nel Mar Adriatico appena a sud della laguna veneziana. Dopo che amici e collaboratori italiani l’hanno aggiornata circa lo stato di pericolo estremo in cui versava il Po a causa del cambiamento climatico e dello sfruttamento delle sue acque, McGill ha iniziato ad immaginare come avrebbe potuto essere d’aiuto al fiume attraverso un racconto creativo della sua storia. Nel luglio 2023 e nell’estate 2024, l’artista ha percorso il Po dalla sorgente al delta, dalla sua origine alla sua fine. Questi due viaggi, profondamente toccanti e affascinanti, hanno ispirato un progetto di narrazione sull’acqua intitolato Lifeline in cui il fiume Po è l’ancestrale narratore-guida. Contemporaneamente l’artista ha avviato un profondo dialogo con le rappresentazioni cartografiche storiche, in particolare attraverso la collaborazione con l’Archivio di Stato di Torino. Dal momento che archivi, biblioteche e collezioni sono caratterizzati tanto da ciò che includono quanto da ciò che escludono, McGill riflette su ciò che le mappe riportano, su ciò che esprimono i confini di demarcazione dei territori, i calcoli, i nomi utilizzati e in che modo natura e acqua vengono rappresentate. Quali prospettive vengono delineate? Che cosa manca?
Grazie all’intervento artistico di McGill, le rappresentazioni tecniche e scientifiche del Po riprodotte nelle mappe d’archivio permettendo di riconnetterci con l’ambiente che queste mappe descrivono. Pigmenti organici quali indaco organico, caolino, ossido di rame, latte di soia prodotto dall’artista, aceto e acqua danno nuova voce alle rappresentazioni storiche dipinte in opere come Eridano (Number 1) (2024), racchiudendo sia la creativa espressività dell’acqua sia i riflessi degli astri appartenenti alla costellazione di Eridano. Anche le mappe che sono state consegnate a McGill al suo arrivo al Parco del Monviso, durante la visita alla sorgente del Po, hanno rappresentato un punto di partenza per i lavori nei quali l’artista sommerge le dettagliate informazioni cartografiche delle mappe originali con fluide correnti di colori naturali prodotti artigianalmente, evocando la vivacità delle acque sorgive del Po. Queste opere portano in superficie i corsi d’acqua, affrancando completamente il loro linguaggio da quello artificioso e lambiccato degli uomini per lasciarlo scorrere libero come in Water Story (Po Source) (2023).
In quest’epoca di ”climate fatigue” (in italiano spesso definita eco-ansia), McGill modifica radicalmente la narrazione sulla crisi climatica, per offrire una storia diversa dei nostri corsi d’acqua: il suo intento è conferire potere e mettere in luce l’imperitura saggezza del fiume negli anni del cambiamento climatico ed esplorare nuove prospettive senza smettere di imparare dal passato.
La mostra include le sculture in vetro soffiato nero Here and Now (2004) e Between the Two, II (2016), installazione che riproduce gli spazi in negativo dell’Apollo e Dafne di Bernini; le opere riflettono e dialogano con tutto ciò che le circonda. Guidata dai corsi d’acqua e dall’universo da oltre 25 anni, Melissa McGill esplora luoghi naturali misteriosi e straordinari e nuove prospettive, offrendo modi innovativi di avvicinare alcuni dei temi fondamentali e indifferibili dei nostri tempi. Ogni suo progetto prende la forma di una costellazione – di individui, organismi ed elementi – e si riunisce con gli altri a creare nuovi racconti illuminati, in uno scambio reciproco con la natura.
La mostra sarà accompagnata dall’omonimo volume Eridanus: The River Constellation. La pubblicazione, progettata dallo studio newyorkese Waterhouse Cifuentes, raccoglie il saggio di Kathryn Weir dedicato all’attività dell’artista, insieme ad una ricca conversazione sulla sua pratica artistica e di ricerca; e quello del direttore dell’Archivio di Stato di Torino Stefano Benedetto, che coniuga il lavoro di conservazione degli Archivi Storici con la contemporaneità della ricerca di McGill. La voce narrante dell’artista racconta in prima persona la genesi, le emozioni e il dietro le quinte della ricerca in progress dedicata all’acqua e al cosmo, presentata al pubblico per la prima volta nella mostra di Torino.