L’inaugurazione dell’installazione vincitrice della prima edizione del Premio Scultura Ca’ del Bosco rappresenta un ulteriore passo nella sinergia tra arte e vino, un binomio che si consolida ulteriormente grazie alla visione di Maurizio Zanella, presidente della cantina. L’opera, intitolata handandland (2024) e concepita da Irene Coppola, si colloca in un contesto che esplora le intersezioni tra natura e cultura, invitando a una riflessione sul ruolo dell’arte come dispositivo politico.
Irene Coppola, nata a Palermo nel 1991, ha saputo affinare il proprio linguaggio attraverso una vasta gamma di media, dalla scultura al video, fino all’installazione ambientale. La sua pratica artistica si distingue per un approccio critico e innovativo nei confronti degli spazi che abita e crea.
L’opera consiste in una traccia poetica realizzata in neon soffiato, situata lungo il corridoio del porticato che conduce all’area di produzione della Cantina, dedicata alla lavorazione delle uve. Le spirali, da cui emergono le parole “hand” e “land”, richiamano la struttura del viticcio, caratteristica delle piante rampicanti come la vite, in quanto rappresentano l’estensione tangibile che consente loro di sostenersi e di espandersi oltre il fusto.
La lunga prospettiva invita il visitatore a procedere per scoprire il contenuto di quello che appare come un testo. Il linguaggio si disarticola in un disegno luminoso di forme che celebrano il lavoro agricolo e la connessione tattile con il profondo legame tra l’essere umano e la natura. La congiunzione “and” unisce e al tempo stesso moltiplica le parole “hand” (mano) e “land” (terra), trasformandosi in una sorta di mantra dove il segno si forma e si dissolve continuamente, dando vita a un gioco di corrispondenze potenzialmente infinito tra significante e significati.
La scrittura calligrafica fluttua in modo dinamico e irregolare all’interno della geometria dell’architettura industriale circostante, instaurando un delicato dialogo con il lento ciclo di produzione del vino, che inizia dalla cura del terreno fino all’imbottigliamento del pregiato franciacorta. Per questo motivo, è stata scelta la trasparenza del vetro in pasta di murano verde, un materiale prezioso creato grazie all’abilità artigianale di esperti italiani, con un approccio scultoreo e visivamente in sintonia con la natura delle vigne. Quando l’opera è spenta, si mimetizza con il paesaggio, evocando frammenti di vegetazione rampicante, mentre, una volta accesa, si illumina dei caldi colori della terra.
La vittoria di Irene Coppola al Premio Scultura Ca’ del Bosco ha anche assicurato la sua opera come parte integrante del parco sculture della cantina, simboleggiando l’unione tra arte contemporanea e tradizione vitivinicola. Ora l’opera è entrata a far parte della collezione del parco di sculture a Erbusco a fa compagnia a nomi come Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino e Igor Mitoraj.
Il premio, istituito con l’intento di legare in modo indelebile l’arte al prestigio di Ca’ del Bosco, sottolinea l’importanza del mecenatismo nell’ambito culturale odierno, mirando a promuovere le nuove generazioni di artisti. Zanella, con il suo forte rispetto per la natura e l’innovazione, trova nell’opera di Coppola un’interpretazione contemporanea dei valori che da sempre caratterizzano Ca’ del Bosco. La dichiarazione di Zanella, che enfatizza l’ascolto della natura e la sua valorizzazione mediante l’arte, mette in luce un ideale di custodia e selezione del patrimonio culturale e ambientale.
Il supporto di Venetian Heritage, attraverso il suo direttore Toto Bergamo Rossi, rivela il connubio tra il restauro del patrimonio culturale veneziano e il riconoscimento dell’arte contemporanea. Questo approccio è cruciale per garantire che le generazioni future di artisti possano trovare uno spazio in cui esprimere le proprie visioni e contribuire al dialogo tra tradizione e innovazione. La serie di opere permanenti all’interno della cantina, curate da artisti di fama, svolge un ruolo fondamentale nel rendere Ca’ del Bosco un avamposto del rinascimento enologico italiano, con una galleria d’arte che sfida il tradizionale confine tra consumo di vino e fruizione artistica.
La periodicità biennale del Premio Scultura Ca’ del Bosco garantisce non solo la continuità dell’iniziativa, ma anche l’impegno della giuria, composta da esperti del settore, a dare spazio a nuove interpretazioni artistiche. Questo impegno, avviato con una visione lungimirante, si traduce in un investimento considerevole nella qualità, principio fondante di Ca’ del Bosco, che lega ogni aspetto della sua produzione vitivinicola e culturale.
La prima edizione del Premio Scultura Ca’ del Bosco non è solo un riconoscimento del talento di Irene Coppola, ma un esempio illuminante di come l’arte possa dialogare con ambienti produttivi e culturali, creando un’eredità che si estende oltre il momento presente. La cantina, che si è trasformata da un semplice bosco in una delle più moderne strutture vinicole, ha saputo rendere la propria storia e il proprio ethos disponibili per l’interazione e la riflessione contemporanea.