Ordet, il nuovo spazio

20 Febbraio 2025
Veduta della mostra di Cosima von Bonin presso Ordet, Milano, 2025. Courtesy l’artista, Galerie Neu, Berlino e Ordet, Milano. Fotografia di Nicola Gnesi.

Dovremmo ringraziare Edoardo Bonaspetti. Lo dovrebbe fare la cultura italiana. E anche tante, diverse generazioni. Ieri sera ha aperto Ordet in una nuova sede, avvolta da tutta la comunità dell’arte. Uno spazio ex carrozzeria, schiacciato tra i palazzi, dai volumi bellissimi e radicali, invenzioni di altezze e tramezzi. Un unico colpo d’occhio che si scompone in più opportunità, tra luci ed ombre, alti e bassi, in un mini Lingotto.

Non è lo spazio, ovvio, che fa la differenza, per quanto bello. È una tenacia, resiliente e testarda, con cui Edoardo in questi anni ha combattuto per creare, accompagnato da amici, donors e partner, uno spazio atipico e libero per il contemporaneo in Italia. Ha coinvolto persone, e progetti, sulle idee senza contare su pedigree e titoli. Grazie alla capacità progettuale. Sì apre un nuovo capitolo in via Lippi con una mostra di Cosima von Bonin, ed è da subito, di diritto, uno degli indirizzi milanesi di riferimento. A pochi passi dalla sua Lenz Press, altra invenzione recente, nata dal post Mousse. E quel post ha generato una grande qualità editoriale. Poche righe per ricordare come si può fare, malgrado tutto e tutti, in questo Paese. Ordet è uno spazio di vita e di ispirazione.

Cristiano Seganfreddo

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