Conversazione con Davide Canavesio, Presidente OGR Torino

7 Marzo 2025

La conversazione fa parte della sezione Dopo le istituzioni: verso un nuovo paradigma culturale di Flash Art Italia – Agenda 2025 in cui abbiamo voluto interrogare direttrici e direttori del sistema italiano dell’arte sulla profonda trasformazione sociale, tecnologica ed ecologica che le istituzioni stanno attraversando in questo momento storico. Le domande che abbiamo posto sono le seguenti:

Dissoluzione dei Confini
In un’epoca in cui i confini tra discipline, media e forme espressive sono sempre più fluidi, come possiamo immaginare l’evoluzione dello spazio espositivo oltre la sua definizione tradizionale? È possibile concepire una fondazione, museo, che non sia più contenitore ma organismo vivente, e come si manifesta questa trasformazione?

Cittadinanza Culturale
Come si ridefinisce il concetto di “pubblico” nell’era della partecipazione diffusa? In che modo una istituzione culturale può diventare un agente di cittadinanza culturale attiva, superando il modello tradizionale di fruizione passiva per creare nuove forme di appartenenza e coinvolgimento?

Ecologia delle Pratiche
In un momento di profonda crisi ecologica e sociale, quale ruolo può assumere l’arte come laboratorio di pratiche sostenibili non solo ambientali ma anche sociali e culturali? Come si ripensa l’istituzione in termini di responsabilità verso il futuro?

Tecnologia e Trascendenza
Come si riconfigura l’esperienza dell’arte nell’era della realtà aumentata e dell’intelligenza artificiale? Quale dialogo si può instaurare tra la materialità dell’opera, la presenza fisica del visitatore e le infinite possibilità del digitale?

Temporalità Mutanti
Come cambia la relazione tra passato, presente e futuro nella programmazione culturale contemporanea? È possibile immaginare un museo/ spazio che operi simultaneamente su diverse temporalità, creando connessioni inedite tra memoria e futuro?

Spazio Politico
In che modo una fondazione o una istituzione può configurarsi come spazio di resistenza e trasformazione politica, mantenendo la sua autonomia ma assumendo un ruolo attivo nel dibattito contemporaneo? Come si bilancia la funzione critica con quella istituzionale?

Dissoluzione dei Confini

Davide Canavesio: Le OGR Torino hanno rappresentato fin dagli inizi un modello dove medium e discipline convergono. Ambiti e modelli tradizionalmente distanti, come arte, musica e innovazione, trovano qui un terreno fertile per coesistere e amplificare il loro valore intrinseco. In un contesto in cui la complessità e la stratificazione culturale sono centrali, le imprese culturali devono trasformarsi in luoghi di confronto e dibattito, aperti e ambiziosi. Oggi, i luoghi d’arte non sono più semplici contenitori, ma piattaforme in cui expertise diverse si intrecciano, generando nuove connessioni e conoscenze. In una realtà complessa come quella contemporanea, ogni approccio riduttivo, confinato in una sola disciplina, risulta dunque inadeguato. La vera sfida, oggi, è offrire risposte concrete a necessità inespresse, accettare di contenere la complessità, accoglierla, trasformarla in punti di forza attraverso l’applicazione di modelli di business che non mirino al semplice profitto, bensì all’umanizzazione dei luoghi.

Cittadinanza Culturale
DC: Il pubblico rappresenta la linfa vitale di un museo, così come un museo deve essere percepito come una casa accogliente per il suo pubblico. Partendo da questa visione, consideriamo il pubblico un’entità centrale e composita, che si relaziona con l’istituzione culturale attraverso molteplici modalità e gradi di coinvolgimento. Dalla fruizione sui social media alla partecipazione diretta in spazi dedicati a mostre, conferenze o concerti, le esperienze che legano le persone alla cultura sono diversificate e ricche di
potenzialità. Alle OGR Torino, abbiamo sempre dato priorità all’esperienza trasformativa che nasce dal contatto diretto con l’arte e la cultura. Le grandi installazioni e le performance che proponiamo mirano a offrire al visitatore non solo un’esperienza estetica, ma anche un’immersione in una dimensione che trascende il quotidiano, creando nuove relazioni con lo spazio e il tempo. Al contempo, occorre riconoscere e dare spazio ai canali digitali, che ci consentono di raggiungere un pubblico più ampio, abbattendo le barriere fisiche e offrendo contenuti di approfondimento. La cultura ha l’obbligo di raggiungere il pubblico, ed è per questo che occorre introdurre strategie oculate che proseguano in questa direzione. Crediamo fermamente che la cultura debba essere un diritto accessibile, non un privilegio riservato a pochi. Per questo, lavoriamo costantemente per diversificare le opportunità di accesso e coinvolgimento, rivolgendoci a fasce sociali e demografiche diverse. Siamo particolarmente impegnati nella formazione di un “pubblico futuro”: giovani e famiglie che, attraverso programmi dedicati, imparano a percepire i luoghi della cultura come spazi di appartenenza, esplorandoli con curiosità e senza timore. Questo impegno riflette una visione ampia e inclusiva, che considera la cultura un elemento essenziale per la crescita personale e collettiva.

Ecologia delle Pratiche

DC: La sostenibilità è una sfida cruciale per le istituzioni e per le imprese, per questo è fondamentale garantire coerenza tra valori e pratiche operative. Alle OGR Torino lavoriamo per ridurre l’impatto ambientale attraverso la progettazione, il monitoraggio dei consumi e il riuso dei materiali. Siamo a lavoro per la costruzione di un impianto fotovoltaico e abbiamo recentemente avviato i lavori per l’istituzione di una Comunità Energetica Rinnovabile: la neonata iniziativa promuoverà lo scambio di energia tra il campus politecnico, il complesso delle OGR e le utenze e gli edifici circostanti. L’obiettivo è di rendere più inclusivi i processi di gestione della
transizione energetica, con particolare attenzione al territorio di Torino e della sua area metropolitana. Tuttavia, la sostenibilità non è solo ambientale: in un contesto di tagli agli investimenti pubblici, è essenziale sviluppare modelli che supportino pratiche culturali fondamentali, anche senza ritorni economici immediati, mantenendo centrale il ruolo trasformativo della cultura e della sperimentazione.

Tecnologia e Trascendenza

DC: L’intelligenza artificiale rappresenta una delle sfide tecnologiche più rilevanti del nostro tempo, è parte integrante del dibattito pubblico contemporaneo. Ma gli artisti, come accade da sempre, sono precursori naturali e rispondono ai cambiamenti scientifici e tecnologici con curiosità e spirito critico, creando opere che ne esplorano il potenziale o ne evidenziano contraddizioni e implicazioni. Anche chi non ne fa il centro della propria ricerca riflette, in modo implicito o esplicito, le trasformazioni della contemporaneità. Il ritorno alla pittura che abbiamo osservato negli ultimi anni è forse una risposta conservativa e di diffidenza nei confronti dei nuovi mezzi, ma è solo una delle infinite possibilità di reazione al fenomeno. Parallelamente, sperimentazioni su metaversi e realtà aumentata, pur con i limiti attuali, evocano le prime fasi di Internet. Non sappiamo con certezza, oggi, se diventeranno una vera alternativa all’esperienza fisica, ma il futuro sembra orientarsi verso una coesistenza tra realtà analogica e digitale, con forme ibride ancora da immaginare.

Spazio Politico

DC: Essere immersi nella contemporaneità, scegliendo temi rilevanti e offrendo prospettive sulla realtà presente, rappresenta un atto intrinsecamente politico. Ogni istituzione culturale e attiva nel tessuto contemporaneo, dunque, svolge inevitabilmente una funzione politica, anche qualora opti per un approccio orientato all’evasione o al disimpegno. Distinguendo le politiche attiviste da una concezione più ampia di politica culturale, è responsabilità dell’arte creare occasioni tangibili di riflessione e dibattito, utilizzando i linguaggi e gli strumenti propri dell’esperienza estetica. Il contributo degli artisti e delle artiste diventa il fulcro da cui sviluppare programmi che dialoghino con il contesto sociale, offrendo spazi per mettere in discussione certezze consolidate. È in questi momenti di crisi costruttiva che può nascere una riflessione più consapevole e articolata, capace di arricchire il dibattito pubblico e alimentare una comprensione più profonda delle dinamiche contemporanee.

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