Nell’epoca della medicina predittiva e dell’immanenza tecnologica, Technogym si afferma come catalizzatore di un nuovo paradigma esistenziale come autore di una narrazione che interseca design, healthcare e sostenibilità in un’unica visione culturale che trasforma il wellness in disciplina estetica.
La mostra “The Art of Wellness”, ospitata negli spazi minimalisti di via Durini durante la Milano Design Week 2025, rappresenta la perfetta cristallizzazione di questo processo metamorfico. Un’operazione curatoriale che non si limita a celebrare il prodotto, ma che interroga i visitatori sulla relazione dialettica tra corpo e tecnologia nell’era dell’Anthropocene digitale.
ARCHEOLOGIA DEL FITNESS
Il percorso espositivo si articola come un’indagine archeologica sugli strumenti che hanno ridefinito il rapporto dell’uomo con la propria corporeità. La cavallina romana, strumento militare trasformato in attrezzo ginnico da Friedrich Ludwig Jahn nel XIX secolo, dialoga con la cyclette di Francis Lowndes (1796), creando un ponte semiotico tra disciplina bellica e autodeterminazione corporea. Lo snodo concettuale della mostra è rappresentato dall’hack squat originale, concepito nel 1983 dal giovane Nerio Alessandri nel garage di famiglia a Cesena. Questo oggetto-manifesto, con la sua brutale essenzialità, segna il momento di rottura con l’estetica body-building degli anni ‘80, anticipando quella fusione tra ergonomia e design che caratterizzerà l’intera produzione successiva.
L’ALGORITMO DEL BENESSERE
La seconda sezione della mostra abbandona la dimensione oggettuale per entrare in quella algoritmica. I quarant’anni di evoluzione tecnologica di Technogym vengono visualizzati come un flusso di dati che culmina nell’attuale paradigma dell’Healthness – una visione innovativa che evolve il concetto di wellness integrando predittività e prevenzione. La Technogym Checkup Station rappresenta l’apice di questa ricerca: un dispositivo post-digitale che analizza parametri fisici e cognitivi per determinare la “wellness age” dell’utente. Non più una semplice misurazione biometrica, ma una nuova concezione dell’identità corporea, basata sulla performance psico-fisica piuttosto che sull’età anagrafica. L’intelligenza artificiale, alimentata dai trilioni di dati raccolti nell’ecosistema Technogym, diventa così strumento di una medicina preventiva democratizzata, capace di prescrivere “Precision Training” personalizzati che trascendono i confini fisici tradizionali (casa, palestra, hotel, ufficio).
IL LIBRO-OGGETTO
Parallelamente all’esposizione, Technogym presenta in collaborazione con Assouline il volume fotografico “The Art of Wellness”. Non un semplice catalogo corporate, ma un libro-oggetto che documenta la trasformazione di strumenti funzionali in vere installazioni artistiche, testimoniando il percorso di un brand che ha saputo elevare l’esercizio fisico a performance culturale. Il volume racconta come Technogym, da startup di provincia fondata da un ventiduenne nel garage di casa, sia diventata punto di riferimento per 70 milioni di persone che quotidianamente interagiscono con i suoi prodotti, creando una community globale unita da una visione post-capitalista del benessere come bene collettivo.
OLTRE IL WELLNESS: UNA RIFLESSIONE SUL FUTURO
In definitiva, Technogym non propone solo nuovi strumenti per il corpo, ma una visione radicale in cui la tecnologia non è solo supporto fisico, ma agente culturale in grado di ridefinire il concetto stesso di benessere. La sfida dell’era post-digitale non è solo quella di monitorare la salute, ma di integrare la performance fisica in un sistema valoriale che unisca individuo e comunità in una pratica quotidiana consapevole.