
Real Review, fondata da Jack Self nel 2016, dichiara di esplorare “what it means to live today”, ma la sua identità scava più a fondo: è scultura editoriale, ready-made concettuale e pamphlet urbano al tempo stesso. La piega verticale che attraversa ogni fascicolo non è un vezzo ma un dispositivo percettivo: costringe il lettore a manipolare la carta, rendendolo co-autore dell’opera. Regime Shift, numero recente, osserva i mutamenti di potere, linguaggio e spazio come onde sismiche che attraversano infrastrutture, algoritmi e anatomie. La copertina illustrata da Nishant Choksi lavora in tandem con l’impaginato di Colin Doerffler: linee nere e campiture fluo creano un campo di tensione simile a un’affissione site-specific, pronta a crollare sul passante. All’interno, saggi, interviste e piccoli racconti disegnano mappe di precariato abitativo, estetiche da workfare e futuri climatici, intrecciando teoria architettonica e antropologia dei media in un linguaggio tagliente ma accessibile. Ogni piega diventa griglia, ogni margine cornice di un diagramma sociale; la materialità fa eco ai contenuti, dimostrando che l’editoria può funzionare come infrastruttura critica. Lettura rapida, però non superficiale: si sfoglia come volantino clandestino, si conserva come oggetto da collezione, si cita come banca di concetti. Un laboratorio portatile di forme, politiche, urgenze e desiderio.