Dal 2 ottobre 2025 al 31 marzo 2026 il centro storico e la periferia della città diventano il palcoscenico della mostra diffusa “Il Bacio di Giuda, il ritorno alla plasticità”. Gianfranco Meggiato: un omaggio a Giotto, curata da Jon Wood e Nicola Galvan, promossa dal Comune di Padova e organizzata in collaborazione con la Fundación de Arte y Cultura Gianfranco Meggiato.
Gianfranco Meggiato, uno degli scultori italiani più riconosciuti a livello internazionale, porta nel cuore di Padova quattordici opere monumentali in dialogo aperto con i cittadini e con il patrimonio culturale. “Il Bacio di Giuda” è il tema centrale dell’operazione dell’artista. Un’icona di inganno e disillusione che Meggiato rilegge con la sua cifra inconfondibile, trasformando il metallo in un vortice di forme che catturano e riflettono la coscienza collettiva.
Il bacio di Giuda, opera inedita ispirata a Giotto, padre della pittura moderna e simbolo universale della città è una riflessione sulla natura delle forme, della plasticità, del ritorno al classico nel contemporaneo.
In un’epoca in cui molte opere restano confinate in collezioni private, l’opera di Meggiato sarà donata alla città come segno di gratitudine e di legame. Un gesto che assume un valore fortemente simbolico: un dono destinato a entrare nella storia, a rimanere nella comunità, a parlarle nel tempo.
Non è solo un omaggio alla città e alla sua eredità artistica: è un’opera che tocca uno dei temi più universali e dolorosi — il tradimento. Quello di Giuda verso Cristo, quello degli uomini verso i propri ideali e, in un parallelo che non sfugge, quello dell’arte verso sé stessa quando abdica alla propria missione in favore della speculazione.
L’artista – già noto per le sue installazioni monumentali in siti UNESCO e per il concetto di Introscultura – interpreta la scena di Giotto attraverso forme fluide, aperture e labirinti che non nascondono ma rivelano. Invita l’osservatore a penetrare oltre la superficie, là dove risiede il nucleo della verità. È in questo spazio interiore che il bacio — gesto di apparente vicinanza — si svela come atto di rottura, di separazione, di rinuncia alla verità in favore dell’illusione.
Mentre le cronache del settore raccontano di un mercato che imita la finanza, gonfiando bolle destinate a scoppiare, l’opera di Meggiato ricorda che il vero valore dell’arte si misura nella sua capacità di toccare l’animo umano.
Il parallelismo con il sistema attuale è inevitabile: come Giuda baratta la fedeltà per monete d’argento, così parte del mercato ha barattato il valore culturale per il profitto immediato. Meggiato, invece, riafferma con la sua pratica che l’arte non è merce volatile, ma patrimonio di senso, destinato a durare e a nutrire la coscienza collettiva.
La mostra padovana, che propone un itinerario comprensivo di 14 sculture monumentali, allestite tra il centro della città e la periferia, non è solo un viaggio tra le sculture, ma un invito alla riflessione: su cosa scegliamo di tradire e verso cosa decidiamo di rimanere fedeli. Meggiato propone l’arte come atto di resistenza e coerenza, come investimento non solo economico ma spirituale e culturale.
La mostra, esempio particolarmente interessante di arte urbana in dialogo con i luoghi di Padova, è ad accesso libero e si armonizza e si confronta con il tessuto cittadino, invitando quanti camminano lungo il percorso delle sculture a fermarsi, osservare e riflettere. Un richiamo a guardarsi allo specchio, a chiedersi dove, quando e come abbiamo tradito — o siamo stati traditi — come individui e come società.
«Il vero bacio dell’arte non è quello che consola, ma quello che risveglia – sottolinea Gianfranco Meggiato – ed è per questo che ho accolto con entusiasmo l’invito dell’assessore alla cultura di Padova Andrea Colasio, a confrontarmi con Giotto e a far dialogare la mia scultura con la grandezza di questo grande artista medioevale».





