Non tutto è così come si presenta. Esiste sempre quella famosa linea sottile tra ciò che appare e ciò che realmente è. Il lavoro di Alessandro Piangiamore è apparentemente un gioco, il possibile risultato di un’esperienza sensoriale, divertente e festosa, che rimanda di continuo a circostanze ironiche. Fenomeni e contesti impensabili, inimmaginabili, spesso considerati impossibili, sono a prima vista i protagonisti del lavoro di questo giovane artista italiano. Egli crea e osserva situazioni e condizioni all’apparenza assurde per capire se veramente sono così improbabili come sembrano. Ecco quindi la fotografia di un temporale a cielo sereno in The Dark Side of The Sun (2007), o ancora, le immagini di una nave che senza alcuna difficoltà evidente naviga su di un mare in salita in Horizon (2006). Ma c’è di più. Nell’analisi dei diversi punti di osservazione della realtà, Piangiamore intraprende, e propone di intraprendere, un lungo e profondo viaggio verso il raggiungimento di un eventuale equilibrio. Ma come si può raggiungere l’equilibrio in un mondo dove tutto è instabile? È tutto lì, in bilico, tutto a portata di mano, ma tutto in una situazione di costante precarietà. Gli infiniti punti interrogativi, il dubbio, l’incertezza sono oramai dei dati di fatto nella società contemporanea, ed è proprio da qui che parte la ricerca artistica di Piangiamore. Rivisitando la realtà con ossessione e dubitando costantemente di essa, l’artista penetra l’incerto e l’ambiguo suggerendo riflessioni sulle diverse possibilità dell’essere. Davanti al lavoro di Piangiamore ci si chiede dove sia la verità e se la si potrà mai raggiungere. In Popcorner (2006), un vetro specchiato è sorretto da tre lampadine colorate adagiate su dei chicchi di granoturco: qui lo specchio ha la doppia funzione di riflettere chi lo osserva e di far vedere cosa succede al di là, mentre le lampadine con il calore cuociono il mais trasformandolo in popcorn e le piccole esplosioni cercano di superare le leggi fisiche della gravità e di sollevare il vetro. Sottratto all’inerzia #1 e #2 (2007) sono sculture lignee in equilibrio precario.
Alessandro Piangiamore, sottraendo lo stato d’inerzia agli oggetti che diventano così catalizzatori di gravità, aiuta a riflettere, ironizzando, sui possibili fallimenti nel tentativo di ottenere certezze.