Tutti uomini coraggiosi nella mia famiglia: mio nonno, suo figlio e suo nipote lasciarono casa per vedere il mare, una vita sull’onda dell’oceano. “A sailor went to sea sea sea to see what he could see see see, but all he could see see see was the bottom of the deep blue sea sea sea” (Un marinaio andò al mar mar mare per vedere cosa poteva veder veder vedere ma tutto quel che poteva veder veder vedere fu il fondo del profondo mar mar mare).
Mia madre mi cantava questa canzoncina quando ero piccolo.
In questi giorni, quando penso a Bas Jan Ader non posso fare a meno di pensare al cantante Rod Stewart. Non so perché non abbia mai fatto prima questa associazione. Addio agli amici lontani. Mister Ader scomparve nel mare nel 1975, mentre era “alla ricerca del miracoloso”. Alla ricerca della comprensione e della struttura della vita nel suo totale.
Atlantic Crossing, l’album da solista di Mister Stewart del 1975 (forse non alla ricerca della struttura della vita nella sua totalità), includeva il pezzo classico di Gavin Sutherland, Sailing.
E ora tutti insieme 1… 2… 3…
I am sailing, I am sailing
home again ’cross the sea.
I am sailing, stormy waters,
to be near you, to be free.
(Sto navigando, sto navigando
verso casa, attraverso il mare.
Sto navigando, acque tempestose,
per essere vicino a te, per essere libero.)
Come artista Bas Jan Ader praticò una serie di umili, ma allo stesso tempo pericolose peripezie o azioni, alcune non troppo umili. Cadde dagli alberi, dalla sua bici, dai tetti, nei canali, dai suoi piedi. La sua performance finale e più elaborata dimostrò di essere la sua ultima, anche se non era pianificata in quel modo.
Se non fosse così dolorosamente ironica ci farebbe ridere, come credo faccia ancora, ma con le lacrime agli occhi.
I am flying, I am flying,
like a bird, ’cross the sky.
I am flying, passing high clouds,
to be with you, to be free.
(Sto volando, sto volando,
come un uccello, attraverso il cielo.
Sto volando, passando nuvole alte,
Per stare con te, per essere libero.)
tu credi nei miracoli?
Can you hear me, can you hear me
thro’ the dark night, far away,
I am dying, forever trying,
to be with you, who can say.
(Riesci a sentirmi, riesci a sentirmi
attraverso la notte scura, lontano,
sto morendo, provando sempre
a stare con te, chi può dirlo.)
Bas Jan prese la sua barca per un viaggio intorno al mondo; andò ovunque con la sua barca, fino a quando non si perse nel mare. Partì per il viaggio in barca, ma non arrivò mai. La differenza tra Bas Jan e me è che io non avrei mai intrapreso quel viaggio; un volantino sarebbe bastato. Lui era presente in un momento dove l’artista doveva essere coinvolto nel fare l’opera; lui doveva portare fisicamente a termine quel viaggio, mentre io l’avrei visto come puro teatro, quindi una pubblicazione sarebbe stata sufficiente.
Da Jack Goldstein e i Calarti Mafia di Richard Hertz, Minnesota Press 2003. Jack Goldstein fuggì dalla vita il 14 marzo 2003.
Quand’ero molto piccolo, una volta, mio padre mi disse che l’unica certezza della nostra vita era la morte. Una cosa strana da dire a un tredicenne, ma senz’altro vera.
Mister Ader era convinto di riuscire nella sua traversata dell’Atlantico in un tempo record (sessantasette giorni) e tutto era predisposto per una mostra in Olanda al suo ritorno. La continuazione o conclusione del suo In Search for the Miraculous.
Stava per continuare la sua ricerca nell’aldilà.
Can you hear me, can you hear me,
thro’ the dark night, far away,
I am dying, forever trying,
to be with you, who can say.
La prima volta che sentii la canzone Sailing, fu al compleanno di un amico che compiva sei anni, cantata dalla madre commossa. Le parole, perfino il suono, sono rimaste con me fino ad ora, anche se adesso tristemente suona di più uno di quei gridi d’invito degli ambulanti del mercato di Leicester, i toni aspri di Rod persi nella parlata nasale dell’East Midlands.
Strano come funziona la memoria e come le immagini vengono create. La prima volta che vidi il lavoro di Ader fu attraverso un altro artista. L’ultima volta che ne vidi uno fu il suo lavoro, ma allo stesso tempo non era suo. Le sue parole con la voce di qualcun altro.
Lui fece pochi lavori nella sua breve vita, ma tutti molto belli e preziosi. Lui era (ed è) un maestro importante e molti dei suoi studenti (tutti noi) non riescono ad accettare la sua/la loro perdita, fantasticando tutti i possibili scenari e un suo eventuale ritorno. Anche io spero che lui sia ancora vivo in un’isola nei mari del sud, guardando a distanza il suo lavoro che magicamente continua senza di lui… l’artista, consumatore del comfort estremo.
We are sailing, we are sailing,
home again, ’cross the sea.
We are sailing stormy waters,
to be near you, to be free.
Provo a immaginare cosa potrebbe accadere se lui riapparisse. Ma è difficile. Potrebbe essere contrariato che i suoi gesti poetici siano stati in qualche modo persi e che recentemente ci siano state troppe decisioni prese senza di lui. Ma non saprei come reagirebbe, perché io non lo conoscevo. Se fossi io, me la riderei e poi salperei per la mia isola nel cielo.
Oh Lord, to be near you, to be free.
Oh Lord, to be near you, to be free.
Oh Lord.
(Oh Signore, per essere vicino a te, per essere libero.
Oh Signore, per essere vicino a te, per essere libero.
Oh Signore.)
Ero felice nella confusione di un’ora sbronza, ma sa Dio perché sono miserabile ora.
Non essere triste, solo riportami a Camden…
Se volete ascoltare altri riferimenti musicali: The Fall, The Smiths, The Searchers, Hot Chocolate, The Velvet Underground and Nico, The Doors, The Who, The Undertones, The Ramones, ecc…