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25 Ottobre 2018, 4:31 pm CET

Antonio Dalle Nogare su Fondazione Antonio Dalle Nogare, Bolzano di Silvia Conta

di Silvia Conta 25 Ottobre 2018
Rayyane Tabet, Fault line, 2018. Veduta della mostra presso Fondazione Antonio Dalle Nogare, Bolzano, 2018. Fotografia di Jürgen Eheim. Courtesy l'artista.
Rayyane Tabet, Fault line, 2018. Veduta della mostra presso Fondazione Antonio Dalle Nogare, Bolzano, 2018. Fotografia di Jürgen Eheim. Courtesy l’artista.

Come è nata la collezione?

Dal desiderio di avere un sogno e di mantenerlo vivo. Da ragazzo il mio sogno era diventare tennista e per alcuni anni ho giocato come professionista – per quasi dieci anni ero tra i giovani più talentuosi d’Italia. Sono poi diventato un costruttore e ho ritrovato la scintilla di utopia nella passione per l’arte, partendo da artisti locali storici e avvicinandomi sempre più al contemporaneo. Una svolta decisiva è stata una visita alla Dia Art Foundation a Beacon: una folgorazione che mi ha permesso di capire con esattezza quali correnti artistiche mi interessava seguire e di ragionare sul mio modello di collezionismo, così è nato il desiderio di uno spazio dedicato all’arte che fosse un luogo vivo di incontro, scambio e creazione.

Cosa l’ha spinta a dare vita alla Fondazione?

Lo scopo è osservare la società attraverso l’arte e interagire con essa. Trasformare la collezione in fondazione permette di avere un’identità più istituzionale e definita che apre maggiori possibilità di collaborare con altri enti, sia locali che nazionali, di sostenere con più forza i progetti e potersi aprire a un pubblico più eterogeneo.

Il curatore della Fondazione è Vincenzo de Bellis, che la segue in parallelo al suo incarico di curatore per le arti visive al Walker Art Center di Minneapolis. La collezione è sempre stata un luogo di produzione, da anni, infatti, accanto alle acquisizioni di opere attraverso le gallerie private, realizziamo progetti site-specific con importanti artisti. Abbiamo collaborazioni attive con Museion, Thun Ceramic Residency e siamo in contatto con altre istituzioni locali come Kunst Merano Arte, ar/ge Kunst, ed altri enti privati. Inoltre abbiamo in programma delle collaborazioni con la Libera Università di Bolzano.

Rayyane Tabet, Fault line, 2018. Veduta della mostra presso Fondazione Antonio Dalle Nogare, Bolzano, 2018. Fotografia di Jürgen Eheim. Courtesy l'artista.
Rayyane Tabet, Fault line, 2018. Veduta della mostra presso Fondazione Antonio Dalle Nogare, Bolzano, 2018. Fotografia di Jürgen Eheim. Courtesy l’artista.

La vostra sede è un edificio creato ad hoc…

Lo spazio espositivo è stato realizzato nel 2012, già in vista della Fondazione, ed è un progetto dall’architetto Walter Angonese, affiancato dal collega Andrea Marastoni, e si sviluppa su tre livelli: un grande spazio per le mostre di produzione al piano terra, e altri due piani in cui vengono realizzate mostre tematiche.

A fine settembre ha inaugurato la prima mostra aperta al pubblico; con che tipo di programmazione proseguirete?

La Fondazione si presenta al pubblico con il progetto FAULT LINE dell’artista libanese Rayyane Tabet: una grande installazione nata da una sua articolata indagine sull’Alto Adige. Per il futuro pensiamo a un grande progetto site-specific all’anno e a una mostra di confronto fra artisti storici e artisti giovani, con un ritmo che ci permetta di lavorare in rete con altre istituzioni del territorio.

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