Quarant’anni di storia italiana, dal 1947 alla caduta del muro di Berlino, si riassumono in tre mostre intelligenti distribuite sul territorio lombardo. Il tour nel cuore della creatività e della trasformazione economica e sociale del Bel Paese inizia al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, con la mostra curata da Luigi Cavadini e dedicata agli anni compresi tra il 1947 e il 1958; quelli mitici della rinascita culturale e architettonica di Roma e Milano, che entrano nel vivo della ricostruzione, del “miracolo italiano”.
Il “grande gioco dell’arte” comprende non solo gli artisti di Forma 1, Origine, MAC, dei movimenti nucleari e spaziali, ma si esprime anche mediante le innovazioni dell’epoca: la televisione, il Carosello, la Fiat 500, la Vespa e la Lambretta in vendita a rate. Questi e altri protagonisti in mostra testimoniano la vivacità culturale di un periodo che apre la strada all’acquisizione di diversi saperi, tecniche e linguaggi. In questa sezione si segnalano le opere di Bruno Munari, Lucio Fontana, Enrico Baj, Alberto Burri, Grazia Varisco e le foto in bianco e nero del Pirellone di Gio Ponti e della Torre Velasca del Gruppo BBPR (Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti, Ernesto Nathan Rogers).
La seconda tappa del viaggio è la Rotonda di via Besana a Milano, che ospita le opere del periodo 1959-72, con la curatela di Bruno Corà: sono gli anni del boom economico, di Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Mario Monicelli e Pier Paolo Pasolini, del teatro e della musica contemporanea, della pubblicazione di riviste d’arte e di estetica, del good design, della stilista Germana Marucelli che collabora con Getulio Alviani, Giuseppe Capogrossi e altri artisti per la creazione di abiti e tessuti. Sono gli anni di Fontana e Manzoni a Milano, eletta capitale delle avanguardie, ma anche della guerra fredda e di numerose novità in ambito artistico e culturale che inseriscono l’Italia al centro di un dibattito internazionale senza precedenti, che vede come protagonisti il Gruppo 63 sul fronte letterario e il gruppo dell’Arte Povera su quello artistico.
Alla GAMeC di Bergamo Giacinto Di Pietrantonio affronta il periodo 1973-89, non facile da declinare nelle sue molteplici sfaccettature e contraddizioni, nel bel mezzo delle contestazioni sotto l’influsso degli artisti concettuali, alla ricerca di una filosofia del linguaggio dell’arte come alternativa al manufatto, all’opera-prodotto di mercato e alle tecniche tradizionali. Negli anni Ottanta, dopo le avanguardie di rottura, si ritorna alla figurazione, alla pittura, al colore: la Transavanguardia s’impone a livello internazionale, trionfa il post-barocco, il “Made in Italy”, Gualtiero Marchesi, il design di Ettore Sottsass, Ludovico Magistretti, Alessandro Mendini, Studio Alchimia e di altri protagonisti più che mai attivi nel XXI secolo. In questa sezione trasversale, post-moderna e citazionista, non potevano mancare gli spezzoni di trasmissioni televisive come L’altra domenica e Indietro tutta che hanno rivoluzionato la cultura di massa.