Sono circa 130 i volumi esposti a Palazzo Reale che, per la prima volta, apre le porte a un progetto interamente dedicato ai libri d’artista, presentando una selezione della collezione che Paolo Consolandi ha iniziato alla fine degli anni Cinquanta.
Il percorso cronologico della mostra attraversa l’arco temporale tra le avanguardie storiche e i nostri giorni, partendo da alcuni esemplari d’inizio secolo, tra cui spiccano Picasso, Miró, Léger, Max Ernst e volumi del tardo Futurismo; si passa poi a opere dell’Astrattismo e dell’Informale, con Lucio Fontana, Alberto Burri, Bruno Munari. Non mancano libri del periodo del dopoguerra tra cui Antoni Tàpies, né dialoghi tra l’impatto di Andy Warhol della fine degli anni Cinquanta ed Edward Ruscha dell’inizio dei Sessanta.
Ed è proprio a questo punto che la collezione rivela l’interesse per la sperimentazione di diversi linguaggi, conducendo l’osservatore attraverso un viaggio che abbandona ogni tipo di preziosità formale, per abbracciare i codici personali concettuali di Vincenzo Agnetti, Christian Boltanski, Alighiero Boetti, Hanne Darboven, Giulio Paolini, Joseph Beuys, Gerhard Richter, Fabio Mauri e molti altri esponenti dell’Arte Concettuale, dell’Arte Povera, Minimal, Fluxus.
Tra i protagonisti degli anni Ottanta non potevano mancare Francesco Clemente ed Enzo Cucchi, ma è soprattutto la corposità della sezione contemporanea che manifesta la volontà di esplorare in modo particolare le ultime generazioni; sono infatti molto numerose le opere dei protagonisti dell’arte dell’ultimo decennio: Mario Airò, Stefano Arienti, Maurizio Cattelan, Peter Fischli & David Weiss, Damien Hirst, e moltissimi altri rivelano la particolare attenzione al presente che caratterizza la raccolta.
È proprio dal confronto tra la quantità di volumi contemporanei e i primi esemplari del Novecento che emerge l’importanza del libro utilizzato come mezzo espressivo, aiutando a ricordare — se ancora ce ne fosse bisogno — che accanto a quelli consueti, come sculture, quadri, disegni e video, viaggiano altri modelli d’espressione la cui forza è riconosciuta dall’insieme dei volumi raccolti a Palazzo Reale.
Il libro risulta essere punto di partenza e di arrivo del processo d’ideazione dell’opera, dalla tensione teorica fino al risultato di ricerca e di significato, esprimendo chiaramente il percorso dell’ideazione e della realizzazione. Che si tratti dell’interesse per il lavoro sul segno sottile e raffinato di Sabrina Mezzaqui, dello studio sulla figura umana di Marta Dell’Angelo o della dimensione più aderente alla plastica dell’oggetto di John Bock, la potenza del libro come medium espressivo risulta essere la principale protagonista, insieme alla ricerca e alla libertà intellettuale di Paolo Consolandi, capace di cogliere, in ogni momento, il senso della contemporaneità.
Ultimo acquisto in ordine temporale è il volume Your House di Olafur Eliasson, in cui ognuna delle 454 pagine mostra una porzione della sua casa di Copenaghen, guidandoci attraverso una narrazione fisica e mentale esemplare del rapporto tra esperienza diretta dell’opera ed esperienza mediata tramite l’editoria artistica.