Hans-Ulrich Obrist: Vorrei chiederti della tua epifania, come tutto è cominciato e come l’arte è giunta a te.
Seung-Taek Lee: Ho avuto moltissimi interessi fin dall’infanzia, e uno di questi era la storia. Non appena mi sono immerso nell’arte, ho cominciato a elaborare l’idea di lasciare un segno importante nella storia. Quando ho iniziato a lavorare alle serie del vento negli anni Settanta, dato che ricevetti buone recensioni, le mie ambizioni si fecero più grandi e la sicurezza nel mio lavoro aumentò. Questo accadde quando cominciai a riflettere sulle origini della civiltà, e trovai le risposte al suo interno — durante gli anni Settanta la società coreana era in tumulto, c’erano molti cambiamenti causati da influenze occidentali. Mi resi conto che le risposte potevano essere cercate attraverso il mio lavoro mettendo in connessione diversi mondi alla ricerca di un’altra dimensione.
HUO: Come cominciarono le serie del vento?
S-TL: Pensavo che un artista dovesse avere prima di tutto una capacità intellettuale. Nonostante non avessi mai avuto la possibilità di studiare filosofia in maniera approfondita, ho indagato nella mia sfera intellettuale, e il mio interesse si è spostato sull’invisibile, l’inesistente e l’immateriale, insomma, tutto ciò che è invisibile piuttosto che visibile. Alla fine degli anni Cinquanta, mi sono imbattuto in una piccola foto di una scultura di Giacometti che rappresentava un corpo femminile emaciato senza traccia di carne o pelle o muscoli, solo ossa nude, anche se ovviamente si trattava di una donna. Poi ho iniziato a chiedermi: se elimino anche le ossa, cosa diventerà? Così sono arrivato all’idea di negare tutto e passare a lavori senza forma o lavori che sfuggono a una forma solida. In altre parole, l’immateriale è diventato il mio centro d’interesse. Questo è accaduto intorno al 1957 e il 1958. Quando ho cominciato a pensare all’immaterialità, ho visto tra le notizie l’immagine del fumo che usciva da una ciminiera — era una fornace che bruciava petrolio, che all’epoca in Corea era il simbolo del benessere. Fu a quel punto che compresi che l’unica cosa che può essere espressa senza concretezza è il fumo, il vento e il fuoco.
HUO: Cominciasti con il vento?
S-TL: Cominciai con il fumo, e il vento e il fuoco vennero successivamente.
HUO: Dimmi della tua opera Sound of Wind (1974).
S-TL: Invece di mostrare la forma di un vento invisibile, con l’installazione di una rete da pescatore provai a catturare il suono del vento. Quando c’è vento, la rete da pescatore tremando produce un suono, ed è così che ho cercato di catturare il suono del vento.
HUO: Negli anni Sessanta eri a conoscenza degli happening in Occidente e di Gutai in Oriente?
S-TL: Durante gli anni Cinquanta non esisteva una cosa come Internet, per cui c’erano fonti limitate per capire quello che stava succedendo fuori dal paese, specialmente subito dopo la Guerra di Corea. Quindi potrei dire che il mio lavoro non era in rapporto con quella che era la contemporaneità in Occidente o in Giappone.
HUO: Mi piacerebbe sapere di più dei dipinti di muschio. Puoi parlare del paesaggio verdeggiante di Green Campaign Installation (1976)? Sembra quasi un fiume verde.
S-TL: Sul pavimento vedi del muschio, ed è reale anche sulla roccia, mentre quello successivo è una creazione artificiale. Ho mescolato fertilizzante e muschio con acqua appena versata. Non l’ho dipinta; è appena versata per farla sembrare più naturale.
HUO: Realizzasti questo enorme progetto che non riproduceva alcun oggetto. Suppongo che questo lavoro richieda molti soldi per essere prodotto. Come fai con l’aspetto economico? Ho sentito dire che hai attività parallele e fai anche opere figurative.
S-TL: Per fare una superstrada, si tagliano le montagne, e questa è una cosa che io non faccio. Questo invece è tutto il muschio che cresce dopo due settimane, è naturale. Come già sai, ho fatto molte sculture in Corea, incluse figure storiche come Douglas MacArthur. Il profitto che deriva dal fare queste sculture mi dà la libertà di fare quello che voglio.
HUO: Quindi è questo che ti dà la libertà? Sei come Duchamp?
S-TL: Sì, la libertà. Alla fine della sua vita, anche Duchamp ha fatto degli oggetti e li ha venduti.
HUO: Mi interessano anche le tue opere erudite.
S-TL: Ho scritto molto, forse molto di più di un normale critico.
HUO: E i tuoi scritti sono stati pubblicati?
S-TL: Sono stati pubblicati in riviste, e io le ho conservate tutte.
HUO: Puoi parlarci di altre attività, come la realizzazione di sculture ufficiali? Stai documentando le tue sculture figurative?
S-TL: Le mie sculture non rientrano nelle opere d’arte in quanto sono fatte per soldi. Le sculture, per essere considerate arte, devono di avere la caratteristica di non poter essere viste.
HUO: Ma la scultura figurativa è qualcosa che tu fai tutti i giorni. Chi sono le persone che hai raffigurato?
S-TL: Ho rappresentato circa sessanta persone incluso il Generale MacArthur — che ha guidato la Guerra di Corea quindi qui è una sorta di eroe — e anche alcuni personaggi del mondo dell’economia come Lee Byung, il fondatore della Samsung Corporation. Quindi tutto viene da diverse realtà, dalla politica al mondo aziendale, e non ci sono barriere. E la cosa importante è che non definisco questa attività arte.
HUO: Mi puoi parlare di Buddha? Alla Biennale di Gwangju del 2010 hai presentato un Buddha in fiamme.
S-TL: Al fine di rafforzare la competitività internazionale, dobbiamo presentare qualcosa che è nostro, coreano o asiatico, qualcosa con il nostro autentico background culturale. E non ha nulla a che fare con la religione. Io odio veramente la religione. Non sono buddista. Ho realizzato una di queste opere e scritto un grande messaggio come una performance. “Quelli che cantano in maniera stonata sono stupidi; i sinistroidi politici o religiosi sono ancora più stupidi; e infine le persone che hanno più di sessant’anni non hanno cervello”.
HUO: Dimmi delle tue opere sulla terra. Perché Earth Play (1989)?
S-TL: Ha a che fare con i temi ambientali, che partivano dall’idea di aver cura della terra e amare di più il nostro paese. È intitolato Earth Play perché i bambini la amano. Quando i bambini ci entrano dentro, impazziscono.
HUO: Che cos’è “invenzione e trasmissione”? È connesso con la performance?
S-TL: Quando facciamo arte, sperimentiamo. Finisci un lavoro e questo lavoro si svilupperà oppure si evolverà e altri lavori interverranno o contageranno. Ecco cosa vuol dire.
HUO: Le ampolle nella tua opera Glass (1969) hanno a che fare con la medicina orientale?
S-TL: È un’iniezione. Una puntura ricostituente per salvare l’albero. Sì, hai ragione. Ma non l’ho installata, ho semplicemente scattato la foto. È in realtà una siringa per gli alberi, per la loro guarigione.
HUO: Cosa mi dici di questi alberi? Sono case nel cielo? Li hai fotografati o scolpiti?
S-TL: Mi è venuta l’idea dalla vita di tutti i giorni. Per esempio, la seconda immagine somiglia al nido di un uccello, quindi tutto ha a che fare con l’ambiente quotidiano.
HUO: Quali sono le montagne vicine a te? Vivi su una montagna?
S-TL: No. Viaggio per trovare le montagne.
HUO: Puoi raccontarmi di questi segni sulle montagne nella tua opera The Peak of Soul (1973)? Si tratta di interventi? Chi li ha visti? Solo la tua macchina fotografica? O c’è stato qualcuno di passaggio?
S-TL: I segni sono la croce e la svastica. Non mi piace la religione. Come per gli interventi, i visitatori vanno in questo posto sulla montagna e pregano. Se sono cristiani, pregano di fronte a esso, e se sono buddisti, si inchinano. Che divertente! Io odio davvero queste reazioni. Sono pazzi.
HUO: Perché hai fatto questa bellissima casa di pietra?
S-TL: Non c’è una ragione precisa per cui l’ho fatta. Semplicemente mi piaceva. Il nome della casa è Casa di un Artista.
HUO: Queste lapidi rappresentano un altro habitat. Puoi dirmi di più di queste tombe?
S-TL: Ancora una volta, sono qualcosa che può essere trovato solo in Corea.
HUO: Perché solo in Corea?
S-TL: In Asia abbiamo stili simili, come in Giappone o in Cina, ma è solo simile, non uguale. Così ho provato a cogliere le differenze. Questo tipo di materiale serve a proteggere dalla pioggia, e ora si spegne con la luce del sole, quindi l’ombra viene dal sole.
HUO: Qual è il ruolo del disegno?
S-TL: È qualcosa di narrativo, qualcosa che faccio prima di cominciare qualcosa. Faccio schizzi di progetti come base di partenza. Questo è ciò che definisco disegnare.
HUO: E disegni ogni giorno?
S-TL: Sì, naturalmente. Tonnellate di disegni ogni giorno.
HUO: Hai mai pubblicato i tuoi disegni?
S-TL: No, ma li ho collezionati per molto tempo. Non ho mai fatto un libro di disegni, almeno non ufficialmente.
HUO: È molto curioso sapere dei tuoi disegni. C’è un autoritratto — il signor vento!
S-TL: Oh! Ho disegnato circa cinquanta autoritratti, che ho presentato nel 2010 all’Arko Art Center a Seul. Sono delle persone che mi sono molto amiche.
HUO: Chi sono queste persone? Puoi dirmi di più su questa opera?
S-TL: Sono io, e questo è mio fratello minore che vive in Corea del Nord. Questo è come un confine e queste sono le persone che vivono in Corea del Nord.
HUO: Perché non puoi vederlo?
S-TL: Perché siamo divisi, lui è in Corea del Nord. Durante la guerra io sono andato in Corea del Sud ma mio fratello è rimasto lì. È una sorta di ritratto immaginario di mio fratello perché non l’ho mai visto come un uomo anziano. E puoi vedere queste mani: stanno cercando di afferrarsi l’una con l’altra.
HUO: Quando è stata l’ultima volta che l’hai visto?
S-TL: È stato durante la guerra, quando aveva circa 19 anni.
HUO: Puoi scrivergli?
S-TL: No. Separazione totale.
HUO: Un’ultima domanda, che cos’è la non-scultura?
S-TL: Dagli anni Sessanta in poi non mi piace la scultura comune. Quindi ho provato a fare una non-scultura fatta di materiali differenti, con forme differenti e differenti significati.
HUO: Qual è il tuo consiglio ai giovani artisti?
S-TL: Mi piacerebbe consigliare ai giovani artisti di imparare la sociologia e la filosofia il più possibile, perché credo che l’arte sia un gioco di grande intelletto: più cose capisci, meglio riesce il lavoro. Le capacità di fare qualcosa di perfetto non devono significare altro.