Piero Manzoni Libri

12 Giugno 2015

Manzpni

Piero Manzoni, Diario. A cura di Gaspare Luigi Marcone, Electa 2013, 226 pag., 22 euro

Piero Manzoni, Scritti sull’arte. A cura di Gaspare Luigi Marcone, Abscondita 2013, 143 pag., 14 euro

Il 2013 è stato il cinquantenario della morte di Piero Manzoni (1933-1963) ed è stata l’occasione per celebrare l’opera di un artista la cui eredità ha lasciato un segno profondo nell’arte contemporanea. Tra le mostre e le varie pubblicazioni, ci sono anche due tuoi volumi: il Diario (Electa, Collana Pesci rossi) e gli Scritti sull’arte (Abscondita). Partiamo dal Diario: come è nata l’idea di raccogliere le pagine più intime dell’artista e come hai operato?

Gaspare Luigi Marcone: I volumi nascono in collaborazione con la Fondazione Manzoni che in questi anni ha promosso numerosi validi progetti. Lavorare con archivi e fondazioni di artisti è fondamentale, sono miniere di documenti a volte poco noti o inediti; materiali imprescindibili per nuovi studi scientifici. Il Diario è composto da due quaderni, circa 300 pagine manoscritte stese dal 1954 al 1955. Per la prima volta è stato analizzato e trascritto integralmente. Le ricerche si sono svolte anche in altre numerose istituzioni tra cui, l’Istituto Leone XIII di Milano, dove Manzoni frequenta scuole elementari e liceo classico, e l’Archivio Storico dell’Università di Roma, dove studia per qualche mese filosofia.

In che modo hai raccolto gli Scritti sull’arte?

GLM: Scritti sull’arte cerca di riordinare il variegato corpus di testi concepiti, come parallelo teorico alle sue sperimentazioni, durante i sette anni del suo folgorante percorso (1956-1963). Il libro raccoglie sia i testi editi in vita su manifesti e riviste sia le principali bozze dattiloscritte, spesso ripetitive ma con alcune varianti interessanti. I testi sono corredati da essenziali informazioni editoriali o storico-critiche, a volte inedite, riportate nelle note.

Cosa viene fuori da queste pagine? Come definiresti la figura di Manzoni che emerge da questi scritti — nel caso del Diario, spesso pieno di cancellature e correzioni — in cui non si parla solo di arte?

GLM: Manzoni è una figura straordinariamente complessa. Forse “ipersensibile” come si autodefinisce nel Diario dove, ancora indeciso se consacrarsi alla pittura o alla scrittura, tra divertimenti giovanili, cinema, viaggi, teatri e numerose letture, emergono frasi lapidarie, concettualmente profonde. Anche con le sue ingenuità, è forse il primo laboratorio manzoniano, esercizio di “autoanalisi” e “conoscenza” tramite la scrittura. E la prassi della scrittura sarà importante nel suo percorso: dai testi teorici alle Linee fino alla sua “firma” che trasformerà le persone in Sculture viventi.

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