Atelier dell’Errore – Uomini Come Cibo, Milano

22 Ottobre 2015

In un suo famoso scritto del 1862 il filosofo Ludwig Feuerbach sosteneva che Der Mensch ist, was er isst, ’l’uomo è ciò che mangia’, intendendo dire che la cultura andava di pari passo con l’abitudine alimentare degli uomini. il pasto contiene valori ed energie espresse nella quantità e nella qualità e rimanda anche a una dimensione intellettuale dove il cibo è convenzione sociale, patrimonio etico, cultura e in certi casi anche prevaricazione e miseria. Il cibo, quindi, divide: in classi sociali, in culture, in abitudini. In predatori e prede.

La mostra Uomini Come Cibo trae spunto dal tema principale di EXPO2015 a Milano e nasce con l’intento di mostrare la prospettiva rovesciata dal punto di vista del cibo e più in generale delle ‘prede’ dell’uomo. La mostra, realizzata da Max Mara e Collezione Maramotti, presenta il lavoro di Atelier dell’Errore, un laboratorio di arte e creatività nato in seno all’attività clinica del reparto di Neuropsichiatria dell’Ospedale di Reggio Emilia e ideato e animato da Luca Santiago Mora, fotografo e artista bergamasco. Gli autori delle opere sono i ragazzi che lavorano con l’Atelier, tutti bambini o adolescenti con difficoltà psicofisiche diverse.
Le creature immaginate dai ragazzi dell’Atelier rappresentano la summa delle paure e delle ossessioni che prendono forma negli incubi infantili e della maturità. Ogni creatura rappresenta ha una sua storia e sono tutte storie di rivincite nei confronti del mondo esterno che opprime e che è ostile alle diversità. Sono anche e soprattutto racconti di innocenza e inadeguatezza che sfocia nell’invenzione di creature che, con la loro deformità e stranezza, vincono e ribaltano la prospettiva facendo così vincere l’errore sulla normalità. Il potere creativo e artistico di questo progetto è di altissimo valore, tanto da convincere la Collezione Maramotti a istituire uno spazio interamente dedicato all’Atelier nella sede della sua collezione a Reggio Emilia. Una bella rivincita dell’innocenza.

by Tommaso Sante Monorchio

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