Fontana – Leoncillo “Forma della materia” è un progetto ad ampio raggio, a cura di Francesco Stocchi, promosso dalla Fondazione Carriero di Milano. L’esposizione si articola tra stanze intime e spazi più ampi, con un ritmo sempre equilibrato, permettendo un dialogo fruttuoso tra le circa quaranta opere. Il catalogo presenta testi del curatore e di Enrico Crispolti, ricordi di Giancarlo Limoni e Giuseppe Spagnulo, nonché una selezione di scritti dei due artisti. Le ristampe anastatiche di due preziose pubblicazioni – Sculpture by Leoncillo, Galleria Odyssia, New York, 1965 e Lucio Fontana: The Spatial Concept of Art, Walker Art Center, Minneapolis, 1966 – completano l’apparato editoriale. Punto di partenza ideale è l’anno 1954 quando entrambi gli artisti espongono alla XXVII Biennale di Venezia nella sala XIV del Palazzo Centrale. Per Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, 1899 – Comabbio, 1968) è un periodo “mediano” tra i primi “buchi” del 1949 e i futuri “tagli” del 1958 nonché ulteriore occasione di consacrazione internazionale. Per Leoncillo Leonardi (Spoleto, 1915 – Roma, 1968) è un momento germinale di trapasso, lenta messa in discussione delle sue ricerche che, dopo pochi anni, lasceranno la figurazione per aprirsi a vie informali ma è anche l’anno in cui il grande Roberto Longhi riconferma il valore del suo lavoro curando una sua monografia e presentando la personale veneziana. Tra i numerosi stimoli offerti dall’esposizione milanese spiccano alcune analogie formali e materiali tra tagli, fratture, mutilazioni e lacerazioni operate su tela, carta, terracotta, grés e bronzo ma con presupposti diversi, per esempio: in Fontana è chiara la ricerca spazialista, aperta verso l’infinito cosmico, in Leoncillo emerge tutta la forza dell’interiorità umana. Estroversione e introspezione. Entrambi abili plasmatori policromi, “figurali”, si avvicineranno – come conclude Crispolti nel suo testo – “a un’espressività materica elementare […] matrice espressiva di gesti primari”.
Gaspare Luigi Marcone