INCURVA e Curva Blu Favignana

21 Dicembre 2016

Lo scorso settembre l’associazione culturale INCURVA, fondata da Giulio D’Alì Aula, ha lanciato il programma di residenza per artisti Curva Blu, sotto la guida di Attilia Fattori Franchini e Marianna Vecellio. La residenza è sull’isola di Favignana, negli spazi dell’Ex Stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica, e vede un’intensa successione di artisti ospiti, sia italiani che internazionali. (Ad oggi, Lupo Borgonovo, Samara Scott, Nicola Martini,e Stephen G. Rhodes.) Giulio, Attilia, Marianna, nella vostra visione, quali potenzialità il contesto dell’isola può svelare nella progettualità degli artisti e come i primi “residenti” hanno risposto a quello?

Marianna Vecellio: L’isola è imprescindibile da tutta l’iniziativa. È luogo e oggetto stesso del progetto di residenza. Sin dall’inizio, la selezione degli artisti si è concentrata sulle possibilità creative offerte dal territorio e sulle loro capacità degli artisti di relazionarsi con esse. Alcuni spazi del complesso dell’ex tonnara, luogo simbolico e storico per l’isola e i suoi abitanti, sono stati adibiti a studio, integrando ulteriormente il lavoro degli artisti residenti a linguaggi e visioni locali.
Volevamo si creasse una relazione unica con Favignana, con il suo ambiente e le sue peculiarità morfologiche e sociali. Da una parte l’isola è un posto reale. La sua luce, la sua conformazione geologica, le sue correnti, la sua posizione centrale al Mediterraneo, suggeriscono immediatamente la necessità di ricalibrare se stessi in rapporto allo spazio, al paesaggio, alla gente che s’incontra, rimettendo in moto una selvaticità personale, a volte dimenticata. Alcuni degli artisti si sono avventurati in questo luogo. Lo hanno scalato, esplorato, ci si sono letteralmente immersi, sono entrati nelle sue viscere (le cave e le grotte). Dall’altra, l’isola richiama un immaginario remoto, lontano – una sorta di ambiente o spazio negativo, sottratto, in cui si può lavorare in una dimensione libera.
Gli artisti si sono fatti trasportare dalle suggestioni del luogo e hanno lavorato in totale sintonia con quelle. Se Nicola Martini ha prodotto una serie di calchi a partire dalle specificità ambientali dell’isola, conosciuta per le cave e per la sua ricchezza geologica, Samara Scott ha affrontato la relazione tra individuo, corpo, paesaggio e “inquinamento”; Lupo Borgonovo ha realizzato una serie di calchi in lattice e dei disegni e Stephen G. Rhodes ha narrato il dramma degli sbarchi nel mediterraneo, inscenando, tra le altre, le avventure di Huckleberry Finn.

Nell’ambito del seppur scarso network di residenze per artisti in Italia, in cosa si distingue strutturalmente il vostro programma?

Attilia Fattori Franchini: Curva Blu è un progetto un po’ ibrido, caratterizzato da due obiettivi: il primo è quello di invitare persone di nazionalità, pratiche e ricerche diverse a conoscere la ricchezza culturale e naturale della Sicilia; il secondo è di offrire momenti di ricerca e riflessione artistica destinati agli artisti partecipanti più che al sistema a cui appartengono. Siamo interessati a sperimentare con formati e sviluppare le coordinate del programma in maniera organica, supportando una contaminazione tra pratiche e generi.
Inoltre gli artisti sono stati invitati a riflettere sul loro lavoro. Una delle condizioni essenziali del programma di residenza era anche di non produrre nulla. Per citare Theodor W. Adorno abbiamo consegnato agli artisti un mese di tempo in cui liberarsi dalle condizioni sociali che impongono all’individuo e anche all’artista di “produrre”.

Aldilà del programma di residenze, qual è la più ampia “missione” di INCURVA?

Giulio D’Alì Aula: INCURVA nasce a gennaio 2016. Vuole promuovere l’arte contemporanea in Sicilia, con un focus geografico iniziale sulla Sicilia occidentale. Le iniziative di INCURVA sono principalmente di carattere generativo e di ricerca, meno di carattere puramente espositivo. Per il primo progetto di INCURVA, Renato Leotta è stato invitato utilizzare l’isola di Favignana come studio. Il suo lavoro si è determinato e manifestato relazionandosi al territorio in maniera diretta: calchi del fondale marino, impressioni del riverbero del mare, registrazioni delle maree, ecc. Quell’esperienza è evoluta nel programma di residenze, ma INCURVA non si è imposta un formato preciso. Piuttosto punta, nel tempo, ad avvicinarsi e coinvolgere sempre più la comunità locale nelle sue attività.

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