Michael Moling su SMACH, San Martin / San Vigilio (BZ)

21 Marzo 2017

L’arte contemporanea è sempre più spesso chiamata a confrontarsi con territori apparentemente distanti dal suo raggio d’azione. Dal 2013 SMACH, attraverso bandi biennali, lavora sull’interazione tra arte e il territorio di San Martin/San Vigilio, in Alto Adige. Può spiegarci di cosa si tratta?

SMACH – constellation of art, culture and history é un progetto di land art e arte pubblica consistente in una call aperta a tutti gli artisti, che quest’anno si chiude il 19 marzo. Una giuria internazionale seleziona dieci lavori che da luglio a settembre vengono esposti in altrettanti luoghi dei comuni di San Martino in Badia e Marebbe (BZ), compresi nell’area delle Dolomiti patrimonio dell’UNESCO. Gli ideatori siamo Iaco Rigo e io. Il progetto è organizzato e gestito da un gruppo direzionale stabile composto da Gustav Willeit, Katharina Moling e me. Per ogni edizione, invece, viene scelta una giuria diversa, di quella attuale fanno parte Lois Anvidalfarei (artista ladino), Gianluca D’Incà Levis (Dolomiti Contemporanee), Michael Petry (MOCA, Londra), Letizia Ragaglia (MUSEION, Bolzano) e Not Vital (artista svizzero).

Che rapporto cercate di instaurare tra arte e territorio?

L’obiettivo generale di SMACH è ricercare un rapporto virtuoso tra l’arte contemporanea e un territorio montano unico e fragile, tutelato tramite Parco Naturale, Natura 2000 e Patrimonio Mondiale UNESCO. Le location scelte sono tutte spettacolari dal punto di vista paesaggistico, ma anche fortemente legate alla storia di queste zone: l’unione di tali aspetti costituisce il terrain fertile per la creazione delle opere e innesca una sinergia che permette di guardare in modo nuovo al territorio, al paesaggio, alla storia e alla cultura che lo caratterizzano. Questo accade sia ai tanti ospiti che ogni anno giungono da tutto il mondo, sia agli abitanti, che possono osservare la loro terra da una prospettiva diversa e avvicinarsi all’arte contemporanea.

Come va inteso il tema di quest’anno, “Contrast”?

Nelle corso delle tre edizioni il rapporto tra le opere d’arte e la storia del territorio è divenuto sempre più stretto e significativo. Il tema “Contrast” è inteso nella sua accezione più ampia e prende le mosse dall’apparente contrasto tra un ambiente naturale preservato nella sua integrità e l’arte. Mantenendo come imprescindibile il rispetto dell’ecosistema, vogliamo creare una dialettica tra i lavori degli artisti e la natura che li accoglie, osservare le tematiche e le dinamiche sollevate da questo incontro. Le opere vengono collocate a un’altitudine compresa tra i 1100 e i 2300 metri e sono raggiungibili attraverso sentieri escursionistici: percorrendo le vie di montagna il visitatore entra in un contatto profondo con l’ambiente alpino, ne scopre (o riscopre) caratteristiche, storia e cultura.

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