Sol LeWitt / Ignacio Uriarte Galleria Gentili / Firenze

7 Settembre 2017

I disegni murali di Sol LeWitt compongono insieme ai lavori su carta di Ignacio Uriarte un paesaggio essenziale in scala di grigi. Questa sintesi cromatica non deve però ingannare nella sua uniformità. Pur condividendo la geometria come medium comune, tali opere sono assai differenti nelle loro premesse.
Per LeWitt, il lavoro formale si concentra nell’idea e nelle regole della sua applicazione, essendo queste la vera e propria opera, unica ma riproducibile in ogni sua installazione. Wall Drawing 1026 (2002) contiene tutte le possibili combinazioni fra archi e linee rette inscrivibili in un quadrato. Il risultato è un disegno imprevedibile ma inevitabile, programmato dalla ripetizione ordinata di semplici forme geometriche. I contorni di queste ventotto lettere formano un alfabeto cifrato, mischiandosi sulla parete in ulteriori figure collaterali.
Per Uriarte l’impegno formale è situato nell’esecuzione, irripetibile e portata avanti solo dall’artista. In Star Progression (2016), le forme geometriche nascono dalla reiterazione di rette mai parallele. L’artista conosce a priori soltanto il punto d’inizio delle proprie immagini, generate dalla sovrapposizione delle linee d’inchiostro, il cui gioco di chiaro scuri crea profondità e spazi tridimensionali attraverso un innocuo inganno prospettico.
LeWitt, in “Paragraphs on Conceptual Art” (Artforum no. 5, giugno 1971), pone la distinzione tra perceptual e conceptual art, a seconda che la fruizione di un’opera sia indirizzata all’occhio o alla mente. Se dunque Uriarte gioca con la nostra percezione, LeWitt chiama in causa l’immaginazione per completare l’opera. In Wall Drawing 247 (1975), nuove linee tagliano la parete come precise ferite nere, attraverso una suddivisione strategica del proprio campo di lavoro. Ogni retta è accompagnata dalla precisa descrizione della propria localizzazione, mostrando la difficoltà del linguaggio di descrivere la sensibilità che la geometria riesce a comunicare senza sforzo. Tale sobrietà compositiva si scontra con la barocca complessità di Uriarte in Dynamic diagonal grid (2017): più di trecento fogli di carta con gli angoli piegati disegnano volumi concavi e convessi, evocando geometrie effimere di luce e ombra. Se la calma dei disegni di LeWitt deriva dall’esaustività con cui l’artista ha costruito la dimostrazione delle proprie idee, le opere di Uriarte esistono nell’esperienza ottica delle loro forme rumorose.

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