In sintonia con la visione culturale di Manifesta – piattaforma interdisciplinare e progetto culturale site-specific in quanto “reinterpreta i rapporti tra cultura e società attraverso un dialogo continuo con l’ambito sociale” – l’imminente edizione della biennale, fondata ad Amsterdam da Hedwig Fijen, si configura come un museo diffuso che si pone l’obiettivo di riattivare luoghi dimenticati contando oltre quindici venues, tra palazzi, dimore storiche, edifici monumentali ed esempi di archeologia industriale.
Simbolo di questo intento di condivisione del progetto Manifesta 12 con la città è il Teatro Garibaldi – quartier generale della biennale dal 2017 nonché luogo di accoglienza, con biblioteca e caffetteria, e sede del fitto programma di attività Aspettando Manifesta 12 – che si affaccia su Piazza Magione ed è poco distante dalla chiesa seicentesca di Sant’Euno e Giuliano, anch’esse coinvolte nel programma. Emblematica del tema “Giardino Planetario. Coltivare la coesistenza la presenza”, tra le locations è presente l’Orto Botanico, che ospiterà la sezione Garden of Flows sulla tossicità, la vita delle piante e la cultura del giardinaggio in prospettiva globale. Tra gli altri luoghi di straordinario interesse, tra cui si annoverano anche Palazzo Forcella de Seta e la Casa del Mutilato, è da citare Palazzo Butera – anch’esso tra le location di Manifesta 12 che inaugurerà a breve con una rinnovata veste – sede espositiva permanente di opere d’arte contemporanea, e della collezione dei coniugi Francesca e Massimo Valsecchi i quali, con l’acquisto di uno dei palazzi più rappresentativi del centro storico, hanno contribuito alla valorizzazione del patrimonio di Palermo e ad alimentare il sogno di una città in simbiosi tra passato e futuro, un esempio di inclusione attraverso l’arte e la cultura.