Il termine “neurodiversità” indica condizioni e comportamenti dovuti a naturali variazioni nel genoma umano. Grazie all’attivismo delle comunità neurodiverse (legate ad autismo, ADHD, Tourette, disturbi dell’umore, ecc) solo recentemente queste condizioni hanno acquisito legittimità sociale, rivelando nuove estensioni e varietà dell’esperienza percettiva umana. Ultravioletto è un’indagine corale lungo e oltre questo spettro, secondo l’esperienza intima degli scrittori coinvolti.
La mia attenzione raccogliesi lenza sul lago. Tesissima che tira dal cielo.
Testa che valle che lago cioè nidi a frattale, che ci pesco nel centro?
I pensieri ci pesco, uno a uno.
Fuori casa ti dico: vedi la luce?
Corro o viaggio e guardo la luce sul panorama che slitta. Il sole che muove se io meridiana. Quando scrivo io lente, la concentrazione dei raggi sofferta alla formica. Se no è il tempo che brulica: guarda dalla finestra, fiorisce oltre il reticolo. Piango al Parco delle Cave e tutto il pomeriggio, la prima volta a Villa Borghese o a Venezia, che ti cerco e ti cerco, è l’attesa che dico.
Tre diversi esercizi nel laboratorio se ipercinetico, disattentivo. Nel primo perdi le chiavi in un giardino fatto proprio così, e come le cerchi? Sembra certi sogni, che viene meno un tratto del reale: la resa, e ti ripeti fino al risveglio. Un secondo esercizio dove ho uno schermo e un pulsante che premo se la luce sta sopra, che premo due volte se la luce sta sotto, e dura trenta minuti, poi di nuovo se il suono è acuto o grave. Nel terzo ho da pianificare la visita a un giardino zoologico secondo una serie di limiti.
Di nuovo ti dico: ma vedi che luce? Un tramonto diffuso, non ti commuove?
Falso Indaco. Immagini, testo e lettura a cura di Ruben Spini.