“Il Disegno politico italiano” alla Galleria A plus A presenta un’ampia selezione di opere, per la maggior parte commissionate a un eterogeneo gruppo di oltre quaranta giovani artisti che col medium del disegno hanno composto un ritratto politico e sociale della contemporaneità.
Partendo dalla considerazione che non esistono opere d’arte non politiche, forse manca una lettura politicizzata delle stesse, come lamentava Italo Zuffi ormai dieci anni fa su Flash Art. Questa mostra si presenta quindi come una cartina tornasole, da un lato, per testare il disegno come un medium in grado di esprimere con versatilità libera i flussi storici e i mutamenti stilistici, dall’altro, per misurare la politicizzazione delle generazioni più giovani e la loro relazione con i mutamenti storici e politici. Ad aprire il comunicato, infatti, viene citato un passaggio dal saggio Parco Centrale di Benjamin, dove lo srotolarsi della storia è visto come il ruotare di un caleidoscopio che crea in modo perpetuo nuove coreografie e sedimentazioni geometricamente perfette, ma con equilibri precari che producono sempre nuove visioni, nuovi vincitori e nuovi vinti. Gli artisti qui presenti reagiscono a questi crolli e ai nuovi ordini trattando, in ordine sparso, tematiche eterogenee e pressanti, talvolta con intenti corali come fanno Tusha e Lulashi, talvolta con posizioni più estetiche e approcci intimisti, come fa Mariotti. C’è poi chi indaga i confini, sempre più confusi, specie in politica, fra realtà e finzione, come Tadiello. O The Wold, di Fassone dove i Paesi che contengono la “r” vengono cancellati dalla mappa, tributo al romanzo lipogrammatico di Perec; o la serie di ritratti degli animali domestici dei politici Goodfellas di Beraha, qui però disegnati soli e liberati dagli intenti propagandistici con cui sono usati; D’Ellena invece evidenzia i contenuti di propaganda ideologica sottesi ai fumetti Disney, o, infine, gli schemi di Nordio che esaminano cause e possibili soluzioni alle crisi del capitalismo. “Il Disegno politico italiano” presenta quindi un compendio ramificato contro il formalismo e il cinismo di una certa arte, che lascia però ancora molte risposte inevase, così come rivendicazioni e lotte da affrontare.