“Di cosa parliamo se ci riferiamo alla Sua storia?” L’artista Ciriaca+Erre (Matera, 1972 – vive tra Lugano e Londra) con il progetto pubblico What about Herstory?, curato da Paola Ugolini, propone alle cittadine e ai cittadini svizzeri una riflessione in occasione del cinquantesimo anniversario del suffragio universale in Ticino. Ottenuto il 19 ottobre 1969, qui il voto alle donne avviene due anni prima rispetto alla Confederazione Svizzera, ma con grande ritardo se si guarda agli altri paesi europei (in Italia le donne votavano già da quasi venticinque anni). Partendo da questi dati, l’artista – che affronta da sempre i temi dell’ecofemminismo teorizzato negli anni Settanta, mettendo in discussione e in relazione le diverse forme di dominio del patriarcato sulle donne – con What about Herstory? intende offrire occasioni di riflessione sui diritti delle donne e il lungo percorso ancora in atto per la parità.
La celebrazione di questa ricorrenza non può certo avvenire, dunque, in forma rassicurante. Già nel titolo del suo intervento Ciriaca+Erre palesa la propria posizione critica, ricorrendo all’espressione “Herstory” (her story) adottata negli anni Settanta per descrivere la storia da una prospettiva femminista, in contrapposizione con “History” (his story), come narrazione di azioni e fatti gloriosi compiuti da uomini dove il ruolo e l’esistenza delle donne appaiono del tutto assenti.
L’installazione pubblica che investe le strade di Lugano è composta da decine di manifesti che presentano immagini sulla relazione tra i sessi tratti da frame di due opere video dell’artista (Suspended Women, 2016 e Suspended Witches, 2017), incentrate sul tema dell’evoluzione dell’identità femminile. Spazi ubicati nel contesto urbano del centro città, dalla stazione ferroviaria al lungolago, generalmente riservati alle pubblicità, mostrano la donna come oggetto del desiderio maschile ma anche come soggetto politico; come vittima del sistema patriarcale ma anche come motore del cambiamento. E ancora immagini di donne sottomesse al dominio maschile tratte da spot sessisti degli anni Cinquanta, foto d’archivio delle lotte delle suffragette, riferimenti al terribile libro quattrocentesco Malleus Maleficarum, volti di donne africane tacciate di stregoneria che ancora oggi vengono esiliate dai loro villaggi.
Che cosa c’entrino con la Svizzera le streghe africane nella narrazione condotta da Ciriaca+Erre può non apparire scontato. “Le streghe hanno smesso di esistere quando abbiamo smesso di bruciarle”, diceva Voltaire. In alcuni luoghi dell’Africa, le donne non hanno mai smesso di essere accusate di atti di stregoneria. Per questo motivo, quando l’artista ha scoperto che esistono ancora villaggi nei quali alcune donne vengono isolate perché streghe, ha attraversato il Benin e il Togo per giungere, dopo diverse difficoltà, in Ghana dove ha trovato i villaggi incriminati. Quelle donne Ciriaca+Erre le ha viste con i propri occhi: “Ho voluto raccogliere una testimonianza di presenza fisica, umana, di sguardi che vanno oltre le parole, ho voluto sottolineare le urla del silenzio di queste donne isolate tutt’oggi come streghe”. Come si evince da molti dei suoi lavori, ritorna sempre l’idea che tutto sia connesso, parte di un “uno”. “Le mie opere sono sempre caratterizzate da uno spaesamento nello spettatore dove metto in relazione luoghi e persone lontane evidenziando sempre dei punti in comune che poi tornano e stimolano una riflessione più ampia e un pensiero critico di consapevolezza”.
Torniamo dunque in Svizzera e alla ricorrenza sulla quale si innesta What about Herstory? Qui, nel 1782, per l’ultima volta in Europa è stata condannata a morte con l’accusa di stregoneria una donna, Anna Göldi; e proprio la Svizzera è stata anche il primo paese al mondo, nel 2008, a riabilitare la memoria di una donna giustiziata per stregoneria riconoscendo la condanna come un “assassinio giudiziario”. Ci sono voluti 216 anni per ridare dignità a una donna uccisa perché donna, e non in quanto strega. Ciriaca+Erre esorta dunque a non abbassare la guardia. Perché le streghe, nel mondo, esistono ancora.