Nel 2018 Thao Nguyen Phan vince l’Han Nefkens Foundations – LOOP Barcelona Video art Production Award, il premio nato dalla collaborazione tra la fiera di video arte di Barcellona, l’omonima fondazione privata e la Fondazione Joan Miró. A distanza di circa un anno, le istituzioni coinvolte presentano in una mostra itinerante il risultato di questa commissione che ha impegnato Thao Nguyen Phan nella produzione di un nuovo lavoro. La scelta ricaduta sull’artista vietnamita rispecchia l’interesse della fondazione – nata nel 2009 dalla volontà dello scrittore e collezionista olandese Han Nefkens nel sostenere artisti emergenti legati al continente asiatico che lavorano con il video – e allo stesso tempo testimonia la possibilità di trasformare una produzione in uno strumento di dialogo tra musei e fiera. Il premio consiste nella produzione di un nuovo video, Becoming Alluvium (2019), che viaggerà in un circuito costituito dalla Fondazione Miró stessa – che ha inaugurato la mostra dall’omonimo titolo in occasione della fiera – da WEILS di Brussels e da Chisenhale Gallery di Londra – che ospiteranno il progetto rispettivamente fino a aprile 2020 e tra giugno e agosto 2020.
Becoming Alluvium, è accompagnato in mostra da Perpetual Brightness (2019), una serie di dipinti in acquarello su seta eseguita con la tecnica vietnamita della pittura a lacca su legno (realizzata in collaborazione con l’artista Truong Cong Tung). Questi ultimi sono montati in una struttura autoportante che fa esplicito riferimento ai pannelli laccati di Eileen Gray, un omaggio di Phan alla ricerca femminile modernista.
L’intreccio di immagini in movimento pittura e scultura è radicato nella ricerca dell’artista che manifesta un profondo interesse per uno storytelling locale, sovrapposto a forme d’arte classiche come la pittura e il disegno. La consapevolezza dello scarto tra pittura e immagini in movimento proviene da una serie di atti performativi che l’artista stessa denomina “theatrical fields”, che collegano la gestualità alle immagini in movimento.
Becoming Alluvium è un caleidoscopio attraverso cui leggere l’universo immaginifico di Phan che da tempo lavora sulla storia del suo paese e in particolare sulla società rurale vietnamita, concentrandosi sulla relazione tra sfruttamento delle risorse idriche naturali e sicurezza del cibo, responsabilità ecologica e spiritualità, fragilità della natura e riflessi di esistenziali di questa relazione; nonché sulla identità agricola e locale di un paese letto nell’immaginario collettivo attraverso l’esperienza della guerra. Nel video tutto questo diventa una narrazione poetica che prende spunto dal collasso di una diga di media grandezza situata sul fiume sacro Mekong – tra i più lunghi dell’Asia, che termina il suo corso in Vietnam – che ha provocato la morte di due adolescenti e la distruzione dei villaggi limitrofi. Il fiume non è dunque un mero elemento geografico, ma un orizzonte esistenziale, una metafora di madre natura con la doppia funzione della crescita e della distruzione.
Gli accadimenti reali non sono espliciti nel video ma sono evocati attraverso una serie di tre storie sulla reincarnazione, dove uomini e natura sono un’unica entità. La narrazione non è dunque cronologica ma “memoria umanistica e animistica”, come scrive l’artista, una memoria fatta di associazione di idee, realtà è immaginazione. Estremamente reale è invece la relazione armoniosa tra uomo, animali e natura, relazione che sta alla base dell’economia agricola locale, vero centro di interesse per l’artista, che sviluppa la tematica anche insieme al collettivo di ricerca Art Labor di cui fa parte. Questo equilibro delicato, se ignorato, devasta identità e condizioni di vita locali logorate da uno sfruttamento del territorio senza precedenti.
Il flusso di Mekong, così come le immagini e gli acquarelli trasformano l’esperienza della visione in un fluire eterno, che assorbe e rende lo spettatore parte di esso.