Agenda è una sezione di Arte e Femminismi pubblicata mensilmente su www.flash—art.it, a cura di Raffaella Perna. Agenda raccoglie una selezione di mostre nazionali e internazionali, libri, studi, etc. che alimentano la riflessione attorno ai femminismi nell’arte contemporanea.
“Global(e) Resistance”, Centre Pompidou, Parigi (24 giugno-26 ottobre 2020)
“Global(e) Resistance” è l’esposizione che inaugurerà il 24 giugno al Centre Pompidou di Parigi, a cura di Christine Mace, Alicia Knock e Yung Ma. La mostra presenta per la prima volta le opere di oltre sessanta artisti – la maggior parte provenienti da Africa, Medio Oriente, Sud America e Asia – e mira a raccontare la resistenza come pratica artistica, politica e attivista, soffermandosi sulle conseguenze date dalla fine della colonizzazione.
“KUBUS”, Künstlerhaus, Vienna (27 maggio- 5 luglio 2020)
Lo scorso 27 maggio è stato inaugurato negli spazi espositivi Factory nella Künstlerhaus di Vienna il nuovo format “KUBUS”, un progetto ideato dalle artiste viennesi Anke Armandi, Maria Grün e Lena Knilli. Dal 27 maggio al 5 luglio vengono presentati i lavori, incentrati sul tema dell’identità e del corpo, di Michael Endlicher, Maria Grün, Barbis Ruder e Judith Zillich. Il team KUBUS ha inoltre organizzato una Open Call, per ricevere dal pubblico suggerimenti per lavori di nuovi artisti, che culminerà il 24 giugno con la presentazione delle nuove opere selezionate. Sarà quindi possibile la ridefinizione di un nuovo allestimento incentrato sulla relazione fra le opere selezionate da KUBUSe quelle raccolte grazie al pubblico.
“Language is a Virus”, Istituto Italiano di Cultura, Stoccolma (25 maggio- 14 giugno 2020)
“Language is a Virus” è il progetto espositivo all’aperto curato da Adriana Rispoli per l’istituto Italiano di Cultura a Stoccolma durante l’emergenza sanitaria Covid-19. La mostra si focalizza sulla parola e sul rapporto tra linguaggio verbale e visivo, proponendo un percorso che si sviluppa per le strade della capitale svedese attraverso l’uso di manifesti pubblicitari. Dal 25 maggio al 14 giugno saranno visibili le opere di Francesca Grilli, Loredana Longo, Marzia Migliora, Rosy Rox e Marinella Senatore.
Data Feminism, MIT Press, Collana Strong Ideas, 2020
Data Feminism, a cura di Catherine d’Ignazio e Lauren F. Klein, è il volume uscito lo scorso aprile per MIT Press, nella collana Strong Ideas. Con questo testo le autrici si propongono di presentare un nuovo modo di pensare alla raccolta dei dati scientifici e alla loro etica, suggerendo una strategia per la creazione di un dialogo fra il femminismo e la scienza dei dati, considerata oggi una potente forma di potere.
Ain’t I a Woman: Black Women and Feminism, Routledge editore, Seconda edizione, 2014
Nel 2014 Routledge ha presentato la seconda edizione del testo Ain’t I a Woman: Black Women and Feminism di Bell Hooks, pubblicato per la prima volta nel 1981. Hooks analizza l’effetto del razzismo e del sessismo sulle donne nere, che parte dai tempi della schiavitù, e si sofferma al tempo stesso sulla creazione degli stereotipi che ancora oggi colpiscono le donne di colore, primo fra tutti quello di una presunta promiscuità. Ain’t I a Woman è considerato un testo rivoluzionario della teoria femminista capace di ripercorrere la storia dell’oppressione femminile nera e dei suoi effetti persistenti nella società moderna. Lo consigliamo oggi, a distanza di quasi quarant’anni dalla prima edizione e a sei dalla seconda, per l’attualità dei temi trattati, e anche alla luce del recente omicidio di George Floyd.
Web Conference: “Fotografia e femminismo nell’Italia degli anni ’70” (3-10-17 giugno 2020)
“Fotografia e femminismo nell’Italia degli anni ’70” è il ciclo di appuntamenti a cura di Cristina Casero, docente di storia della fotografia e di arte contemporanea all’Università di Parma, che mira a restituire la centralità della fotografia come strumento di indagine della realtà, da un punto di vista femminile, nell’Italia degli anni Settanta. La necessità di ridefinire il ruolo della donna nella società moderna ha permesso un ulteriore sviluppo delle ricerche e delle pratiche di alcune fotografe e artiste che hanno usato la fotografia per testimoniare e documentare la realtà e la condizione della donna.
D’Est, dal 2018
D’Est (2018-2020) è una piattaforma digitale di videoarte contemporanea, modellata da quindici curatori, dove sono state presentate quarantatre opere video, documentari e film sperimentali. Il progetto è stato iniziato dallo studioso Ulrike Gerhardt e riprende il titolo dell’omonimo lavoro del 1993 di Chantal Akerman, D’Est (“From the East”). Nel corso del 2018 la piattaforma si è occupata di rendere noti lavori di artiste, tracciando le forme femministe e collettive della storiografia post-socialista.