Lawrence Weiner “TRACCE / TRACES” MACRO – Museo di arte contemporanea di Roma

21 Agosto 2020

All I do is make things and present them. Art presents a reality. Art doesn’t present a metaphor. The conversation with society is not: what is the function of art? The conversation with society is: what do people do with this stuff that other people make? What do people do with the idea that there are human beings making things and placing them in the world and that those things are just means for other people to understand their relationship to the world?
– Lawrence Weiner

Per l’estate del 2020 MACRO presenta “TRACCE / TRACES”, una mostra di Lawrence Weiner prodotta dal museo per uscire dai suoi spazi canonici e svolgersi in cielo, manifestandosi in una serie di banner aerei sul tratto di litorale che va da Ladispoli ad Anzio.

La mostra, ideata da Luca Lo Pinto, si ricollega all’omonimo libro prodotto nel 1970 per la Galleria Sperone, curato da Germano Celant che si occupò della traduzione. Il progetto, concepito da Weiner poco dopo la scomparsa di Celant, è pensato anche come un omaggio al curatore italiano.

A distanza di cinquant’anni anni esatti dalla pubblicazione, l’artista ha selezionato dieci opere tra le cinquanta contenute nel libro. Le opere si compongono tutte di una sola parola che corrisponde al participio passato di un verbo che suggerisce un’azione che può essere tanto avvenuta nel passato quanto attesa per il futuro. I verbi, isolati e sprovvisti di un contesto sintattico, si prestano ad essere interpretati in modo aperto.

Dal 16 al 25 agosto, lungo il tratto di litorale più affollato dai romani, la mostra presenterà ogni giorno un’opera diversa. Se storicamente vi sono state singole opere realizzate con gli aerei o le loro le scie di condensazione (in particolare quelle di Marinus Boezem, Maurizio Nannucci e Bruce Nauman) “TRACCE / TRACES” è la prima personale di un’artista mai realizzata nel cielo.

Il progetto nasce dalla volontà di esplorare i confini e le potenzialità della mostra come medium – tema alla base del programma di Museo per l’Immaginazione Preventiva – in un momento in cui appare sempre più urgente riflettere sulla capacità di un museo di aprirsi allo spazio pubblico, contribuendo a ridefinirlo. La mostra permetterà a migliaia di persone di partecipare a un’esperienza collettiva unica e totalmente effimera, offrendo a ciascuno spettatore la possibilità – perlopiù inaspettata – di entrare a contatto con delle opere d’arte al di fuori del contesto in cui siamo soliti osservarle.

Lawrence Weiner (1942) è uno dei principali protagonisti dell’avanguardia artistica contemporanea nonché una figura di spicco dell’arte concettuale che ha contribuito a ridefinire i paradigmi dell’opera d’arte, della sua produzione e relativa distribuzione.
Per Weiner l’opera d’arte può esistere tanto come una semplice dichiarazione di intenti quanto nella sua realizzazione concreta.

Nel 1968 affermò che:
1. L’ARTISTA PUÒ COSTRUIRE IL LAVORO
2. IL LAVORO PUÒ ESSERE FABBRICATO
3. IL LAVORO NON HA BISOGNO DI ESSERE COSTRUITO

OGNUNA DI QUESTE EVENTUALITÀ SI EQUIVALE ED È CONFORME ALL’INTENZIONE DELL’ARTISTA, LA SCELTA DIPENDE DAL DESTINATARIO ALL’OCCASIONE DEL SUO RICEVIMENTO.

Di conseguenza le sue sculture si manifestano nelle forme più varie superando le convenzioni legate a questo mezzo e sono costituite da LINGUAGGIO + I MATERIALI A CUI SI RIFERISCE. Le opere dell’artista americano sono visibili sulle pareti dei maggiori musei internazionali, sulle facciate di edifici, sui pavimenti delle strade e altri spazi urbani in tutto il mondo, oltre che in innumerevoli libri, poster, dischi e altri tipi di mezzi di comunicazione.

In occasione della mostra sarà prodotto un libro d’artista concepito ad hoc, chiudendo così un cerchio ideale.

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