Rewind, podcast di lectures di Fondazione Antonio Ratti

10 Agosto 2020

La Fondazione Antonio Ratti attiva il proprio archivio, pubblicando in formato podcast una serie di incontri e conferenze ospitate durante i suoi trentacinque anni di attività. FAR ha promosso numerosi incontri, conferenze, workshop, seminari e pubblicazioni, invitando alla riflessione esperti di ambiti diversi, dall’arte contemporanea alla storia del tessuto, dall’antropologia alla letteratura fino alla cultura d’impresa. Il progetto Rewind ha come scopo la diffusione e la condivisione di questa straordinaria risorsa. Il materiale selezionato, presentato con cadenza bisettimanale, spazia fra periodi e discipline diverse, offrendo una nuova prospettiva su tematiche e idee ancora attuali.

Guardare indietro, ri-ascoltare, re-imparare diventano così strategie per andare avanti e l’archivio si attiva come strumento fondamentale per immaginarsi nel futuro.

REWIND 003
Lea Vergine, L’arte come specchio di paure e desideri

dalla conferenza del 03.04.2009 presso Archivio Fondazione Antonio Ratti

“Alle cose insensate dare senso e passione” – Giambattista Vico

Per la seconda volta relatrice alla FAR, Lea Vergine, invitata da Mario Fortunato nell’ambito delle Ratti Lectures, dedica il proprio intervento alla figura dell’artista nel contesto sociale. Riprendendo Il corpo come linguaggio (la “Body-art” e storie simili), una delle sue pubblicazioni più conosciute, descrive gli artisti come coloro che riescono (e noi con loro) a “aggirare i nodi, a scivolare sulle tangenti del tema che sostanzialmente è sempre quello: la paura e la fatica del vivere”.
Lea Vergine affronta poi brevemente altre tematiche di più stringente attualità, come il rapporto fra moda e arte, la globalizzazione dell’arte con particolare riferimento all’Oriente e un’acuta analisi del sistema dell’arte contemporanea partendo dalle interferenze fra la figura del critico e quella del curatore.

Ascolta su Soundcloud

In precedenza a Rewind:

REWIND 001
Alanna Heiss, PS1 e oltre
dalla conferenza del 17.12.2010, presso Archivio Fondazione Antonio Ratti

In questa conferenza, Alanna Heiss traccia l’evoluzione di una scena culturale e artistica di cui è stata e continua ad essere attiva protagonista. Nella New York degli anni Settanta, il rifiuto per il museo porta Heiss a una ricerca costante di spazi alternativi, in cui si delineano nuove soluzioni. Fin dai primi progetti nomadici, infatti, la stretta collaborazione con alcuni degli artisti più significativi della sua generazione va di pari passo con la ridefinizione del rapporto fra ricerca curatoriale, ricerca artistica e tessuto urbano. È a partire da queste esperienze che Heiss è arrivata a fondare istituzioni come Clocktower o PS1, ancora oggi punti di riferimento della scena artistica internazionale. La conferenza è parte del ciclo La Kunsthalle più bella del mondo.

Ascolta su Soundcloud
Scarica il testo tradotto in italiano in formato PDF a questo link

REWIND 002
Marina Warner, Affinità elettive: lo sciamano, l’ospite e il linguaggio delle cose
dalla conferenza del 05.07.2007, presso Archivio Fondazione Antonio Ratti

“Questa intuizione, direttamente ispirata da Burkhardt che nelle feste rinascimentali scoprì un passaggio che portava dalla vita all’arte, viene rovesciata da Warburg, che in questa cerimonia intravede il dischiudersi di un percorso che va dall’arte alla vita” – Philippe-Alain Michaud

Invitata durante la XIII edizione di CSAV – Artists’ Research Laboratory, che vedeva la presenza di Joan Jonas come Visiting Professor, Marina Warner illustra i principi del pensiero magico nei suoi sviluppi del XX secolo, in relazione alle ricerche antropologiche e alle scoperte scientifiche. L’evoluzione della figura e del termine sciamano si riflettono così nei corridoi di un museo etnografico e nella quotidianità dei bestseller per ragazzi come Harry Potter o La Bussola D’Oro, fino ad arrivare alla pratica artistica. In questo denso excursus, Marina Warner dialoga con le intuizioni di Aby Warburg riguardo alla danza rituale del serpente degli indiani Hopi, le stesse intuizioni riprese da Joan Jonas per la sua performance The Shape, The Scent, The Feel of Things. È la forma rituale, quindi, con la sua possibilità di dialogare con mondi e dimensione altre, a rivelare “il vero linguaggio dell’arte: il volo della mente dello sciamano”.

Ascolta su Soundcloud
Scarica il testo tradotto in italiano in formato PDFa questo link

Cerca altri articoli

FLASH FEED