In memoria di Lea Vergine

20 Ottobre 2020
Lea Vergine, Milano 2006. Fotografia di Ramak Fazel.

Flash Art ricorda Lea Vergine, al secolo Lea Buoncristiano (1938 – 2020) figura fondamentale nella critica d’arte e nella curatela italiana. Pioniera nell’analisi della nascita e dell’evoluzione della body art, la pubblicazione Body art e storie simili. Il corpo come linguaggio (1974) ne è una delle testimonianze. L’altra metà dell’avanguardia 1910-1940. Pittrici e scultrici nei movimenti delle avanguardie storiche (1980) un altro dei suoi testi –e progetto espositivo– di riferimento, rivoluzionario per l’analisi metodologica e del contributo delle donne ai principali movimenti del Novecento. Tra le ultime pubblicazioni di Vergine, storica collaboratrice di testate come il manifesto e Il Corriere Della Sera, ricordiamo L’arte non è faccenda di persone perbene. Conversazione con Chiara Gatti (Rizzoli, 2016) autobiografia in cui racconta la sua vita controcorrente, fatta di incontri straordinari, grandi amori, battaglie e utopie.
Lea Vergine scompare un giorno dopo il marito Enzo Mari, protagonista della storia del design mondiale e italiano.

 

 

 

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