Ciottoli di un letto torrenziale, pesche cadute dopo un temporale in un frutteto, gabbiani in volo sul mare, vegetazione bruciata di foreste incendiate, un sottobosco innevato, un campo di angurie, di mais o zucche, questi sono alcuni dei temi dei tappeti-natura di Piero Gilardi.
Dalla metà degli anni ‘60 ad oggi, Piero Gilardi ha reso i tappeti-natura (a metà strada tra pittura e scultura) un segno di riconoscimento del suo lavoro, un oggetto di riflessione per parlare di una natura intima e familiare che risuona in ognuno di noi collettivamente e personalmente. Ben prima di certi problemi ecologici, che sono oggi al centro del nostro mondo attuale, Piero Gilardi si preoccupava di rappresentare la natura non sotto forma di paesaggi, ma piuttosto sotto forma di frammenti, non attraverso una visione panoramica, ma adottando uno sguardo orizzontale più vicino alle cose per mostrarci una natura (a volte addomesticata, a volte non) catturata nei suoi minimi dettagli e per attirare la nostra attenzione su ciò che non guarderemmo altrimenti. Protagonista delle prime mostre di Arte Povera alla fine degli anni ‘60, Piero Gilardi ha privilegiato parlare della natura non utilizzando materiali elementari (acqua, terra, fuoco …), ma utilizzando un materiale industriale e contemporaneo, il poliuretano espanso, che taglia, sistema, incolla e dipinge per rivelare una natura spinta oltre la realtà con i suoi colori brillanti, vibranti e gioiosi.
Da Piero Gilardi la natura si vive. Ci sediamo su dei tronchi d’albero (Aigues Tortes, 2007) per ascoltare i loro rumori, la indossiamo come un indumento da trasformare (Vestito-Natura Anguria; Vestito-Natura Sassi; Vestito-Natura Betulla, 1967; OGM free, 2014). Il suo Igloo (1964), mostrato per la prima volta a Parigi, è un pezzo storico che deve essere letto nel desiderio di tornare a una forma primitiva di vita lontano dalle sfide della società dei consumi dell’epoca, problematica che condivide soprattutto con l’amico Pino Pascali (1935-1968). Questa coscienza politica, che è al centro del lavoro di Piero Gilardi, si esprime non solo nei suoi disegni, nei manifesti e maschere con l’immagine dei politici prodotti ogni anno per la parata del Primo Maggio a Torino, ma anche in questa profonda riflessione di consapevolezza della natura che ha occupato l’artista per oltre cinquant’anni.
– Valérie Da Costa