Un programma di incontri pensati per approfondire le tematiche e i processi ideativi che si celano dietro la selezione di opere nella mostra “Senzamargine. Passaggi nell’arte italiana a cavallo del millennio“.
Grazie alle testimonianze dirette e alla partecipazione di critici, curatori e studiosi, gli appuntamenti sono occasione per dialogare e riflettere sull’evoluzione del linguaggio artistico degli ultimi quarant’anni.
Nel terzo incontro si ripercorre la carriera dell’artista Paolo Icaro a partire dall’opera Spiette, 36 (1991) allestita, per la prima volta a dimensione ambientale, nella mostra senzamargine. Realizzata nel periodo successivo al soggiorno statunitense dell’artista, l’opera è un chiaro esempio della sua capacità di integrare alla scultura una riflessione tanto sui suoi caratteri spaziali quanto sui suoi aspetti temporali e mentali. Nelle parole di Lara Conte, docente presso l’Università Roma Tre e studiosa del lavoro di Paolo Icaro, l’artista “esplora lo spazio: uno spazio da esperire col corpo, da misurare in senso fisico e mentale, da ricercare nel divenire del tempo. Uno spazio da raccontare, dove progetto e accidentalità, sacrale intimità e sottile ironia si fondono, conducendo la ricerca verso un continuo faredisfarerifarevedere della forma e del pensiero”.