Heels — una performance di Anna Franceschini e Jojo Gronostay presso Casa Flash Art, Milano

20 Settembre 2021

Heels – una performance di Anna Franceschini e Jojo Gronostay nata da un’intuizione di Chiara Vecchiarelli, nuova versione di Up and Down the Heels – si è tenuta sabato 18 settembre presso Casa Flash Art, via Durini 24 – 20122 Milano, dalle 18 alle 22.

Oltre ai corpi dei performers, solo dei tacchi occupano lo spazio, staccati. Sono stati recuperati da Jojo Gronostay tra le bancarelle del mercato di Accra in Ghana. Rotti, forse persi, sono carichi di una flebile speranza di redenzione. Hanno aspettato lì come se stessero cercando il loro posto, forse la gemella segreta della scarpa da cui sono caduti, un messaggio nella bottiglia nell’oceano degli oggetti di seconda mano – quasi un rendezvous duchampiano con un tempo e uno spazio ancora sconosciuti. Liberati dall’attesa, hanno assunto una dimensione scultorea agli occhi e nelle mani di Gronostay, e una performativa attraverso l’incontro con Anna Franceschini. Liberati dai ruoli loro assegnati, si ergono ora come forme emancipate, dimentiche della loro vita passata. Forse alla ricerca di una memoria a cui non possono più accedere, sono ormai troppo lontani da una vita che li ha visti arrivare in Africa dall’Europa, e poi in Europa dall’Africa, carichi di un novero di simboli di dominazione, di politiche e costumi. In qualche modo si sono emancipati, e sembrano ora condividere la loro nuova agentività con un gruppo di danzatori e performer.

Lungo una piscina circondata da marmo nero e moquette, un insieme distillato di gesti si dispiega nello spazio, dislocando la distanza che intercorre tra i piedi e il suolo, e tra il vivente e il pianeta, sulle pareti, lungo il collo, sulle ginocchia. Performato, lo spazio respira, i tacchi cadono. Una volta a terra rimangono là dove sono precipitati, come abiti lasciati sul pavimento un attimo prima di fare l’amore, come l’acqua che riempie il lago dopo aver girato in senso antiorario dall’altra parte del pianeta. Abitano lo spazio come se fossero i testimoni silenziosi del momento in cui una prospettiva si è capovolta, ha dimenticato il proprio passato e intravisto una nuova vita immaginale. Poi la performance ricomincia. Un poeta francese ha detto dei tacchi che sono fatti per elevare le donne, troppo vicine alla natura. Heels riduce questa distanza sino a farla collassare in un nuovo paradigma. Il paradigma di una vita che si tiene al di qua della separazione, sempre pronta alla muta.

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