“Cielofuturo” è il titolo della mostra di Francesco Tosini nella Basilica di San Celso a Milano, prodotto da Unframed 721, sotto la direziona artistica di Matta (@matta_matta_matta).
La mostra si compone di un’installazione site-specific all’interno della Basilica di San Celso, che emana luce dal basso. Un ledwall di 3,5 x 5 m collocato a terra visualizza una catena di composizioni in movimento astratte e autogenerative, risultato ultimo di una ricerca verticale sul video feedback iniziata nel 2016.
Realizzato attraverso linguaggi di programmazione usati per ottenere effetti di interazione ricorsiva, e collocato al centro dello spazio espositivo, il video è costituito da sorgenti visive che reiterano se stesse deformandosi in espansioni di colore in movimento. L’installazione crea uno spazio multimediale astratto e anti-narrativo che genera algoritmicamente un’infinità di reazioni per definizione non prevedibili.
Il feedback è un processo che può essere riferito sia agli esseri viventi che agli strumenti tecnologici, che avviene quando l’uscita di un sistema è riportata nuovamente al suo ingresso. Questa connessione può dare vita a una specie di comportamento autonomo del mezzo, che ne rivela la struttura interna.
Verso la fine degli anni Sessanta i primi esempi di video feedback furono introdotti nella scena artistica psichedelica di New York, per poi diffondersi nel resto degli Stati Uniti soprattutto nei movimenti di controcultura, fino a riaffermarsi nella scena rave a partire dagli anni Ottanta.
Nate nell’ambito della ricerca sul Vjing, le pitture digitali in movimento dell’artista scaturiscono da gesti iniziali radicali e istintivi, che innescano processi visivi di ricorsività contemplativa. Le composizioni visualizzate sono emanazioni non mediate di intuizioni che precedono la concettualizzazione, avvicinando rituale magico e tecnologico e rivelando modelli visivi allo stesso tempo intimi e collettivi, che attingono a memorie primordiali.
Nella penombra della Basilica romanica, la musicalità sinestetica delle immagini in movimento entra in relazione con l’ambiente sonoro transdimensionale composto in occasione della mostra dal trio Cortex of Light.