Dal 2012, il Castello di Gamba è un luogo culturale all’insegna della sperimentazione, dell’innovazione e della commistione di più elementi culturali, in perfetta sintonia con un linguaggio artistico in costante movimento, connotato da una fluida e a tratti disorientante molteplicità. Acquisito dalla Regione autonoma Valle d’Aosta nel 1982, oggi il Museo vanta una ricca e prestigiosa collezione di arte moderna e contemporanea. Le sue tredici sale, infatti, ospitano oltre centocinquanta opere tra dipinti, sculture, installazioni, raccolte grafiche e fotografiche tra la fine dell’Ottocento ad oggi.
In occasione del decimo anniversario del Castello di Gamba è stato elaborato un ricco programma di eventi, incontri e performance, tra cui “Siamo venuti da troppo lontano per fermarci qui” la prima mostra personale in Italia di Caterina Gobbi, a cura di Giovanna Manzotti.
L’esposizione offre un’esperienza all’interno della pratica di Caterina Gobbi, la cui ricerca artistica è particolarmente interessata alla mediazione che l’elemento sonoro attiva nel rapporto tra gli esseri umani e l’ambiente. Influenzata da studi e ricerche che abbracciano teorie come l’idrofemminismo, l’ecofemminismo e l’ecologia politica, la mostra volge uno sguardo particolare verso l’utilizzo di registri narrativi che approfondiscono la sperimentazione delle immagini in movimento e l’indagine sonica che l’artista porta avanti fin dagli inizi della sua carriera.
Il progetto espositivo si configura come una riflessione visiva e uditiva sul fenomeno della fusione dei ghiacciai e il loro rapido mutamento, miscelando elementi scultorei e spaziali, video e audio, in cui l’utilizzo espanso dell’elemento sonoro amalgama, modella ed “amplifica” l’idea di paesaggio montano dove l’artista attualmente vive e lavora.
L’inaugurazione della mostra è accompagnata da due performance in collaborazione con Trouveur Valdotèn (Liliana Bertolo e Vincent Boniface), e le guide alpine Anna Torretta e Giovanna Mongilardi. Nella prima performance, due cantanti interpretano i suoni registrati dei ghiacciai, mescolando letture e narrazione di leggende con poesie locali che toccano il rapporto tra uomo e ambiente montano. Nella seconda, due guide alpine eseguono una sessione di esercizi fisici a trave e movimenti di allenamento e riscaldamento tipici per la preparazione di un’arrampicata ad alta quota.