VISIO annuncia gli otto vincitori della call internazionale dedicata ad artisti under 35. Selezionati tra 188 domande da 60 nazionalità diverse, saranno in residenza allo Schermo dell’arte a Firenze dal 15 al 20 novembre. Quattro di loro riceveranno i 40.000 euro del VISIO Production Fund realizzato in collaborazione con Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Fondazione In Between Art Film, FRAC Bretagne, Seven Gravity Collection.
Nell’ambito del programma si svolgerà il simposio Curating the Immaterial: Moving Images Between Physical and Digital Space in collaborazione con la Fondazione Palazzo Strozzi.
Sono Jérémie Danon (1994, Francia), Aziz Hazara (1992, Afghanistan), Paul Heintz (1989, Francia), Simon Liu (1987, Hong Kong), Randa Maroufi (1987, Marocco), Gerard Ortín Castellví (1988, Spagna), Maryam Tafakory (1987, Iran), Yuyan Wang (1989, Cina) gli artisti selezionati per l’undicesima edizione di VISIO – European Programme on Artists’ Moving Images, progetto di ricerca, residenza e produzione che Lo schermo dell’arte dedica ai giovani artisti che utilizzano le immagini in movimento nella loro pratica. Gli otto artisti, selezionati tra 188 domande di partecipanti di 60 diverse nazionalità, sperimentano diversi approcci estetici e concettuali rappresentativi della varietà di linguaggi nella scena internazionale delle immagini in movimento.
Questa edizione del programma, ideato e curato da Leonardo Bigazzi, segna una svolta in termini progettuali e una crescita sul piano internazionale del network di partner e istituzioni che collaborano al progetto. La novità più importante è il VISIO Production Fund, un fondo di produzione del valore di 40.000 euro realizzato in partnership con Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci (Prato), Fondazione In Between Art Film (Roma), FRAC Bretagne (Rennes) e Seven Gravity Collection. I fondi saranno suddivisi tra i quattro artisti vincitori per realizzare un’opera che sarà presentata in anteprima allo Schermo dell’arte nel 2023. Un’edizione d’artista di ciascuna delle opere prodotte entrerà a far parte della collezione permanente delle quattro istituzioni partner del progetto, che s’impegnano a promuoverle ed esporle negli anni successivi.
La residenza a Firenze, nel corso della quindicesima edizione dello Schermo dell’arte, in programma dal 15 al 20 novembre 2022, prevede per tutti i partecipanti sessioni di mentoring, tavole rotonde e incontri individuali in cui dialogare con curatori e produttori per lo sviluppo di un nuovo progetto. Il programma prevede Mentoring Sessions con Sophie Cavoulacos, curatrice associata del Department of Film del MoMA, New York e Valentine Umansky, curatrice Tate Modern, Londra, oltre ai rappresentanti delle istituzioni partner del progetto: Diego Bergamaschi, collezionista di Seven Gravity Collection; Etienne Bernard, direttore FRAC Bretagne, Rennes; Stefano Collicelli Cagol, direttore Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato; Alessandro Rabottini, direttore artistico Fondazione In Between Art Film, Roma. I partecipanti potranno poi confrontarsi, tramite tavole rotonde e incontri individuali, con artisti, curatori, critici, produttori e direttori di istituzioni internazionali ospiti del Festival, tra cui gli artisti Rosa Barba ed Éric Baudelaire, Erika Balsom, Reader in Film Studies al King’s College London, e Andrea Lissoni, direttore artistico Haus der Kunst, Monaco di Baviera. Un’opera di ciascuno degli artisti invitati sarà inoltre presentata, dal 16 al 27 novembre 2022, sulla piattaforma online del Festival in collaborazione con MYmovies, che nell’edizione del 2021 ha registrato 12.000 singole visualizzazioni.
Presso l’altana di Palazzo Strozzi, il 19 novembre alle ore 15, a ingresso libero, si svolgerà il simposio intitolato Curating the Immaterial: Moving Images Between Physical and Digital Space moderato da Erika Balsom con ospiti Sophie Cavoulacos, Andrea Lissoni e Valentine Umansky. Questo momento di approfondimento intende riflettere sulle modalità con cui la curatela delle immagini in movimento si è trasformata negli ultimi anni e in particolare sugli scenari post-pandemici tra spazio fisico e dimensione digitale, tra cinema e istituzioni d’arte contemporanea.